L’evento più atteso dell’anno (dopo il Carnevale, s’intende…), ossia la patronale di San Savino, ha il suo primo appuntamento religioso oggi, giovedì 6 luglio, alle 17,30 nella storica chiesa di San Nicola per la cerimonia dello “Scambio dei Ceri” tra i priori dell’edizione 2022 e i nuovi priori, in presenza del vescovo monsignor Edoardo Cerrato.
I priori 2023 sono Elena Grassi per Torre Balfredo, Tiziana Bertino per San Grato, Vito Mastrofrancesco per San Bernardo, Annalisa Balzanello per Bellavista, Eleonora Zanat per San Lorenzo ed Emanuele Longheu per il quartiere Centro Storico.
La cerimonia dei priori è, come sempre, curata da Elisabetta Bonino.
Alle 21 in Sant’Ulderico ci saranno un momento di preghiera e la lettura della Passione di San Savino dinnanzi all’urna del Santo, traslata in giornata dal suo abituale sito in Cattedrale.
Giorno di festa domani, venerdì 7 luglio, memoria liturgica del santo patrono: la sacra processione che prenderà avvio alle 10 dalla piazza del Municipio, si snoderà attraverso le vie del centro storico – via Palestro, piazza Balla, via Varmondo Arborio – fino al sagrato della Cattedrale.
La processione è organizzata dagli Amis ‘d Piassa d’la Granaja.
Alle 10,30 la Messa solenne presieduta quest’anno da monsignor Marco Arnolfo, arcivescovo metropolita di Vercelli, invitato per l’occasione dal vescovo Edoardo a sottolineare il legame tra Sant’Eusebio e Ivrea.
Nel 2021 (tempo di Covid) si sarebbe dovuto celebrare il 1650° anniversario della morte dell’evangelizzatore e primo vescovo dell’Italia settentrionale, Eusebio, avvenuta nel 371.
Nelle sue lettere Eusebio fa menzione specifica di Ivrea che, insieme a Tortona, Novara e Vercelli, annoverava già comunità cristiane che avevano raggiunto “una certa consistenza ed autonomia”.
Concelebreranno il vescovo Edoardo, i canonici del Capitolo della Cattedrale e i parroci della città.
Alla processione e alla solenne concelebrazione parteciperanno autorità civili, militari e della società civile di Ivrea e dell’eporediese.
“La responsabilità a cui Savino ci interpella – ha scritto monsignor Cerrato, nel suo messaggio per l’occasione – è la responsabilità di ognuno, a tutti i livelli e in qualsiasi ambito: personale, ecclesiale, politico, civile, sociale; è la volontà di un esame onesto sulle cause per non applicare come terapie magari le cause stesse che hanno determinato – o contribuito a determinare – certi esiti che ci affliggono”.
La festa di San Savino, voluta come festa di popolo, “sia occasione – ha concluso il vescovo – per i credenti di chiedersi in chi credono, per quelli che credenti non sono di riascoltare le grandi domande. Festa, ma festa impegnata”.
c.m.z.
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Redazione Web