Si è svolto dal 5 al 9 settembre, in collaborazione con l’Amministrazione comunale e il coordinamento della professoressa Cristina Venturino, il campo-studio per gli allievi del Liceo classico dei Beni culturali (Clabec) del “Botta” di Ivrea che ha visto la partecipazione di numerosi docenti ed esperti e due tirocinanti neolaureate dell’Università di Torino, Silvia Cumino e Giulia Actis. Il primo giorno si è svolto l’incontro con la professoressa Maria Amodio, docente di Archeologia dell’Università “Federico II” di Napoli, sulle nozioni di base dell’archeologia; con lei si sono relazionati i professori del liceo eporediese Orso Piavento e Silvio Ricciardone, illustrando le caratteristiche della ceramica antica e la sua catalogazione.

Il giorno successivo il gruppo ha partecipato a un’uscita sul territorio a cura dell’associazione Via Romea Canavesana, per conoscere e approfondire l’architettura religiosa e i massi erratici di località Rovasina.

Nel pomeriggio i sopralluoghi alla chiesa di Sant’Eusebio al Masero e di San Giacomo si sono svolti con la guida della professoressa Luigina Enrico e con l’architetto Alberto Gnavi che ha introdotto lo studio delle planimetrie e dei rilievi.

Il terzo giorno, in aula consiliare, si è svolta l’introduzione storico-artistica sul Romanico in Canavese e sulla chiesa di Sant’Eusebio al Masero con la condivisione di materiale fotografico e video, mentre nel pomeriggio si è completata la ricostruzione in pianta ed alzato delle strutture della chiesa, con l’esame dei paramenti murari.

Il giorno successivo è stato dedicato all’affresco tardo gotico, in Sant’Eusebio, attribuito al Maestro di Domenico della Marca di Ancona con misurazioni, studio della tecnica di esecuzione e disamina stilistica e iconografica.

Nel pomeriggio lo storico Fabrizio Dassano ha parlato dell’occupazione romana e della centuriazione del territorio, riconoscibile ancora oggi a Scarmagno in relazione alla cartografia contemporanea militare e civile.

In particolare l’area di Sant’Eusebio ha restituito una straordinaria testimonianza di vita romana tardo imperiale, venuta alla luce con un sondaggio di verifica nel 1987 in località Cascina Cascinetto per gli scavi dell’oleodotto Snam, con i resti di un insediamento rustico e un fornello (basso fuoco) per la lavorazione del ferro.

L’ultimo giorno gli studenti hanno potuto vedere in azione il drone per scopi di studio e ricerca sul territorio – Yuri Zambolin ed Ezio Menaldo ne hanno spiegato tecnica ed esplorazione in volo – e il confronto con le mappe di Google su internet.

Nel pomeriggio ha chiuso il campo di ricerca Jacopo Corsi, numismatico della piattaforma Catawiki che ha illustrato il lavoro di studio e catalogazione con campioni autentici di monete antiche. Molto positivi i commenti degli studenti, che sono ora impegnati a risolvere l’ultimo mistero di Sant’Eusebio: resta infatti ignota l’identità del primo santo raffigurato partendo da sinistra dell’affresco, indicato da una didascalia gotica cripto-enigmatica, di cui fino ad oggi nessuno è riuscito a rendere il significato.

Non sarà l’unico aspetto su cui allievi e docenti continueranno a lavorare in vista della presentazione dei risultati del campo, prevista a Scarmagno per la fine dell’anno scolastico.