L’Azione Cattolica diocesana è, da qualche anno, tra le organizzazioni promotrici di eventi per gridare no alla guerra, alla sua preparazione, a chi la provoca per giustificare la produzione e la vendita di armi.
Per questo ha sostenuto la mobilitazione per la pace promossa da Europe for Peace nel weekend dal 21 al 23 ottobre, in vista della grande manifestazione nazionale che si terrà a Roma il 5 novembre.
In particolare, tutti gli aderenti e tutti coloro che ne condividono l’intento, sono stati invitati a partecipare alla manifestazione indetta in Ivrea per sabato 22 ottobre, per ribadire quanto si afferma nel presidio per la Pace che si tiene davanti al municipio ogni sabato dal 24 febbraio, primo giorno di invasione russa dell’Ucraina.
La locandina dell’evento recitava: “Manifestiamo per chiedere che si fermi l’orrore della guerra: non solo la guerra in Ucraina, dove da otto mesi si scontrano la Russia, l’Ucraina e gli stati della Nato, ma tutti i 60 conflitti armati che causano morti, feriti, crimini, distruzioni, profughi, miseria, odio. Non vogliamo essere spettatori delle guerre, dove si combatte anche con le armi che l’Italia produce e invia. Non ci rassegniamo alla realtà guidata da una logica di interessi di parte, che fa soffrire e impoverisce i popoli e arricchisce i pochi signori della guerra. Ci ribelliamo alla prospettiva di una guerra mondiale combattuta persino con armi nucleari, alla quale si rischia di arrivare perché chi governa non sa e non vuole trattare con la controparte, ma vuole vincere con le armi e sconfiggere il nemico, menre dovrebbe sconfiggere la guerra e trovare la soluzione dei conflitti dialogando, protestando anche, coinvolgendo i popoli che sono le vittime di politiche ingiuste e ottuse. La guerra scatena l’effetto domino in una società globalizzata: aumentano i costi delle materie prime e di ogni unità di prodotto, l’inflazione galoppa ed i salari perdono potere d’acquisto, aumenta la povertà, si distruggono paesi, territori, l’ambiente”.
Redazione Web