Prosegue il “viaggio” nella “Dilexit nos” di Papa Francesco, che il Vescovo di Ivrea, Mons. Edoardo Aldo Cerrato ha intrapreso per noi e con noi, conducendoci per mano a contemplare le verità che l’Enciclica sul “Cuore” di Gesù ci offre.
Qui la puntata precedente, che rimanda altresì al testo integrale del documento – clicca qui – .
Oggi, 13 novembre, dapprima Mons. Cerrato si sofferma sul Capo II, nn. 34-37, che qui riepiloghiamo:
“34. Il Vangelo dice che Gesù «venne fra i suoi» (Gv 1,11). I suoi siamo noi, perché Egli non ci tratta come qualcosa di estraneo. Ci considera cosa propria, che Lui custodisce con cura, con affetto. Ci tratta come suoi. Non nel senso che siamo suoi schiavi, Lui stesso lo nega: «Non vi chiamo più servi» (Gv 15,15). Ciò che propone è l’appartenenza reciproca degli amici. È venuto, ha superato tutte le distanze, si è fatto vicino a noi come le cose più semplici e quotidiane dell’esistenza. Infatti, Egli ha un altro nome, che è “Emmanuele” e significa “Dio con noi”, Dio vicino alla nostra vita, che vive in mezzo a noi. Il Figlio di Dio si è incarnato e «svuotò se stesso, assumendo una condizione di servo» (Fil 2,7).
- Questo è evidente quando lo vediamo agire. È sempre alla ricerca, vicino, costantemente aperto all’incontro. Lo contempliamo quando si ferma a conversare con la Samaritana al pozzo dove lei andava a prendere l’acqua (cfr Gv 4,5-7). Lo vediamo che, a notte fonda, incontra Nicodemo, che aveva paura di farsi vedere insieme a Gesù (cfr Gv 3,1-2). Lo ammiriamo quando senza vergogna si lascia lavare i piedi da una prostituta (cfr Lc 7,36-50); quando dice, occhi negli occhi, alla donna adultera: “Non ti condanno” (cfr Gv 8,11); o quando affronta l’indifferenza dei suoi discepoli e al cieco sulla strada dice con affetto: «Che cosa vuoi che io faccia per te?» (Mc 10,51). Cristo mostra che Dio è vicinanza, compassione e tenerezza.
- Se guariva qualcuno, preferiva avvicinarsi: «Tese la mano e lo toccò» ( Mt 8,3); «le toccò la mano» ( Mt 8,15); «toccò loro gli occhi» ( Mt 9,29). E si fermava persino a guarire i malati con la sua stessa saliva (cfr Mc 7,33), come una madre, perché non lo sentissero estraneo alla loro vita. Perché «il Signore sa quella bella scienza delle carezze. La tenerezza di Dio: non ci ama a parole, si avvicina e nel suo starci vicino ci dà il suo amore con tutta la tenerezza possibile». [27]
- Dato che per noi è difficile fidarci, perché siamo stati feriti da tante falsità, aggressioni e delusioni, Egli ci sussurra all’orecchio: «Coraggio, figlio» (Mt 9,2), «Coraggio, figlia» (Mt 9,22). Si tratta di superare la paura e renderci conto che con Lui non abbiamo nulla da perdere (…)”.
***
Per poi ritornare al capo 28, che si apre con uno degli insegnamenti forse più impegnativi, persuasivi e coinvolgenti, che pare pensato per interrogare ciascuno di noi:
“28. Solo a partire dal cuore le nostre comunità riusciranno a unire le diverse intelligenze e volontà e a pacificarle affinché lo Spirito ci guidi come rete di fratelli, perché anche la pacificazione è compito del cuore. Il Cuore di Cristo è estasi, è uscita, è dono, è incontro. In Lui diventiamo capaci di relazionarci in modo sano e felice e di costruire in questo mondo il Regno d’amore e di giustizia. Il nostro cuore unito a quello di Cristo è capace di questo miracolo sociale.
- Prendere sul serio il cuore ha conseguenze sociali. Come insegna il Concilio Vaticano II, «ciascuno di noi deve adoperarsi per mutare il suo cuore, aprendo gli occhi sul mondo intero e su tutte quelle cose che gli uomini possono compiere insieme per condurre l’umanità verso un migliore destino». [20]Perché «gli squilibri di cui soffre il mondo contemporaneo si collegano con quel più profondo squilibrio che è radicato nel cuore dell’uomo». [21]Di fronte ai drammi del mondo, il Concilio invita a tornare al cuore, spiegando che l’essere umano «nella sua interiorità, trascende l’universo delle cose: in quelle profondità egli torna, quando fa ritorno a se stesso, là dove lo aspetta quel Dio che scruta i cuori (cfr 1 Sam 16,7; Ger 17,10) là dove sotto lo sguardo di Dio egli decide del suo destino». [22]”
***
Ma ora conviene senz’altro non sottrarre altro tempo all’ascolto della parola del Vescovo.
***
Per restare sempre aggiornati sulla comunicazione pastorale proposta da www.risvegliopopolare.it, è possibile iscriversi al nostro
Canale di Whatsapp – cliccando qui –
Ciascuno di Voi (ogni persona, Parrocchia, gruppo, Ente, Istituto) può inviare corrispondenze, appunti, fotografie, brevi filmati, anche utilizzando la casella mail dedicata all’edizione web
risveglioweb@risvegliopopolare.it
che sarà come sempre scaricata ogni giorno.
Tutti i Vostri contributi saranno subito esaminati.
Chi preferisce potrà utilizzare whatsapp al numero
335 8457447
Grazie
***