Il primo “festival per il futuro del Canavese” – che in apertura ha visto anche i saluti portati dal Vescovo monsignor Edoardo Cerrato – ha fatto confluire su Ivrea, da ogni parte d’Italia, personalità autorevoli e studiosi di ogni settore.

L’evento, dal titolo “Contaminazioni”, organizzato all’Officina H da Canavese 2030 (think tank di cui è presidente Fabrizio Gea), si può sintetizzare nella frase chiave: “Canavese quality of life”.

Il 23, 24 e 25 marzo Ivrea è divenuta un fervente laboratorio di idee, da sviluppare in un futuro prossimo, per valorizzare un territorio che comprende 129 Comuni, di suo già dotato di luoghi e paesaggi incantevoli, di un vasto patrimonio storico, artistico e culturale, di un’eredità sociale e industriale unica al mondo.

In questa fucina di idee sono stati coinvolti anche i ragazzi delle scuole superiori, con dibattiti e tavoli di lavoro riservati a loro, che sono il nostro futuro.

La seconda giornata del festival, aperta al pubblico, è iniziata con l’intervento del monaco Natale Brescianini, spiritual coach, che realizza percorsi formativi aziendali per lo sviluppo della persona, per creare armonia tra business e spiritualità e nutrire in maniera positiva le nostre tre dimensioni, corpo-mente-spirito, anche in ambito lavorativo.

Altri relatori hanno poi sviluppato temi come sostenibilità ambientale, innovazione tecnologica, economia circolare, integrazione e inclusione, collaborazione tra territori, attrattività culturale e turistica.

Si è percepito un rinnovato desiderio post-pandemico di “fare comunità”; si è parlato di “Canavese Smart Land”.

Questi concetti sono da intendersi come un processo evolutivo basato sul “noi insieme” e teso al bene comune del territorio, dal quale potranno nascere nuovi progetti come espressione corale dell’area canavesana.

A tal fine è indispensabile l’ausilio della tecnologia, dell’innovazione e, in primis, il coinvolgimento delle molteplici realtà e identità presenti in Canavese, e non solo.

Nell’attuale scenario, così frammentato e poco coeso, per ottimizzare le risorse disponibili si dovranno far convergere le forze, creare una rete tra i vari attori, fare squadra.

L’attivazione delle sinergie del territorio per una cooperazione efficace, anche tra settore pubblico e privato, eviterebbe doppioni di attività e dispendio di energie: un approccio sistemico tuttora inedito.

Ci piace segnalare che i vari relatori alternatisi sul palco hanno rinunciato al loro compenso, che Canavese 2030 ha ritenuto di devolvere al Banco Alimentare.

Piera Monti

Redazione Web