Verrebbe da pensarlo, dopo l’assemblea indetta per martedì mattina dai sindacati della Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil nel cortile del Palazzo di Giustizia.
In realtà è da lungo tempo che si è legittimati a pensarlo, ma sentirsi ricordare – lo hanno fatto i tre referenti sindacali Gabriele Gilotto, Danilo Tetro e Antonio Pennella – che con la riorganizzazione della “geografia” giudiziaria (che aveva condotto il Tribunale di Ivrea ad accrescere la propria giurisdizione su un territorio che ospita oltre mezzo milione di abitanti, rispetto ai 180 mila precedenti) il sistema è stato messo in ginocchio, giacché il numero dei lavoratori non è mai aumentato… ecco, sentirsi ripetere questa elementare verità fa effetto.
Il sindacato ha snocciolato una serie di dati impressionanti: carenze di personale fino al 60% in alcuni settori, mancanza di dirigenti e direttori amministrativi, quasi 20 mila fascicoli pendenti, circa 2 mila 600 per ogni magistrato.
Come può un sistema non crollare, con simili carenze?
Il procuratore capo Gabriella Viglione non ha potuto che confermare le difficoltà: sono almeno 9 anni che si registra una pesante carenza di personale, le statistiche realizzate dal Csm parlano della Procura di Ivrea come dell’ultima in graduatoria, tra le 139 d’Italia (attualmente sono 9 i magistrati operativi), e di carichi di lavoro pari a quelli della Procura più grande del Paese, quella di Napoli: che però di magistrati può contarne 112…
A Ivrea la pianta organica amministrativa è limitata a 32 persone (“un numero risibile”), e quelle effettivamente in servizio sono solo 18: e non c’è mai stato un direttore amministrativo, mancano i dirigenti.
In simili condizioni, come si può fornire ai cittadini un servizio che possa definirsi minimamente accettabile?
Non molto diversa la situazione del Tribunale: il presidente Vincenzo Bevilacqua ricorda che gli amministrativi sono 38, poco più di uno per ogni magistrato presente.
Il grosso problema è il turn over esageratamente alto: chi arriva a Ivrea, appena può cambia sede…
La presidente dell’Ordine degli Avvocati, Patrizia Lepore, ritiene che Ivrea sia un po’ considerata come un “satellite” di Torino: eppure si tratta del secondo Tribunale del Piemonte!
Sulla questione il consigliere regionale Alberto Avetta ha presentato un’interrogazione urgente al presidente Alberto Cirio e alla sua Giunta.
“L’allarme della dottoressa Viglione non può cadere nel vuoto – ha detto –. Ci aspettiamo che il presidente Cirio possa aprire quanto prima un canale di dialogo con il ministro Nordio e con il Governo, di cui peraltro condivide comuni sensibilità politiche, per trovare una soluzione a questa situazione che compromette il diritto alla giustizia di una parte di piemontesi”.
L’allungamento dei tempi della giustizia, i ritardi e i disservizi, si traducono in minor tutela dei cittadini e peggioramento della loro qualità della vita.
“Il Tribunale di Ivrea è presidio di legalità e garanzia di sicurezza, oltre che volano economico e di autorevolezza per tutto il Canavese – ha concluso –. Occorre che la Regione affronti con coraggio e celerità questa situazione, chiedendo e ottenendo dal Governo risposte concrete alla sofferenza in cui versa il nostro Tribunale”.
Redazione Web