“L’Oratorio, una risposta! Apriamo nuovi spazi per i nostri giovani!” è il titolo di un progetto varato dall’Ufficio pastorale diocesano “Vocazioni-Giovani-Famiglie”.
Il progetto nasce dalla consapevolezza che, tendenzialmente, nelle nostre parrocchie l’attenzione formativa è rivol[1]ta ad un processo di catechesi finalizzato ai Sacramenti, che troppo spesso di fatto termina con la celebrazione della Cresima.
Constatiamo frequentemente, con una certa sofferenza, che terminato l’itinerario di iniziazione cristiana i ragazzi abbandonano progressivamente la pratica dei Sacramenti, cessando di sentirsi parte della Chiesa e in alcuni casi dichiarandosi non solo non praticanti, ma anche non credenti.
Eppure gli adolescenti hanno bisogno di ascolto e di aggregazione, di essere parte di un gruppo nel quale possano esprimersi al meglio, affermando la loro identità.
L’oratorio può essere quello spazio in cui i ragazzi vivono questo bisogno di aggregazione, fanno parte di un gruppo, stanno insieme, dialogano, si confrontano, si divertono, ma soprattutto continuano a crescere e a maturare nella fede e nei valori umani e cristiani. L’oratorio è quello spazio dove l’educatore può rispondere alle domande esistenziali dei più giovani e, argomentando, offrire loro dei motivi di credibilità del cristianesimo, in un autentico dialogo che fondi anche sulla ragione la fede dei giovani, in un mondo in cui il processo di secolarizzazione, iniziato con l’avvento dell’epoca moderna, sembra prevalere nel pensiero umano.
La proposta dell’equipe diocesana, nata in risposta al bisogno di “fare qualcosa per il PostCresima”, è quella di offrire la collaborazione (elemento determinante e prezioso in ogni comu[1]nità) per aprire gli oratori anche ai ragazzi che hanno terminato il tempo della catechesi finalizzata all’iniziazione cristiana.
Spesso i ragazzi lamentano il fatto di non avere degli spazi dove incontrarsi, come è emerso in un recente son[1]daggio legato al cammino sinodale.
Mancando spazi significativi, i ragazzi si ritrovano a casa degli amici, al bar o girano per strada senza meta.
“Aprire” le porte dell’oratorio agli adolescenti significa creare uno spazio, tra le tante stanze degli oratori, che diventi “loro”: uno spazio dove possano incontrarsi (con cadenza settimanale o quando lo desiderano), un luogo dove ci sono dei coetanei, degli amici e dove c’è semplicemente la possibilità di stare insieme.
Dalla creazione di questo “spazio” può nascere un cammino, un tempo da dedicare loro, una serie di proposte formative.
Il presupposto però è quello di una “accoglienza” rivolta a tutti, secondo lo stile sempre “in uscita” di Don Bosco, sempre in cerca di ragazzi da accogliere e introdurre in oratorio.
L’equipe diocesana offre la possibilità di conoscere questo progetto organizzando un incontro nelle parrocchie interessate.
Si valuteranno insieme le possibliità e si cercherà di camminare insieme per creare innanzitutto una “rete” di soggetti tra i quali instaurare un rapporto di fiducia, in un clima favorevole nel quale agire.
È stato ipotizzato un percorso in quattro tappe attraverso le quali articolare lo sviluppo del progetto.
In una prima fase, l’equipe diocesana incontra il parroco responsabile dell’oratorio ed i collaboratori, per l’ascolto dei bisogni, la condivisione delle risorse e la presentazione del progetto.
Il secondo passo prevede che la realtà locale scelga uno spazio adatto ai ragazzi e una data per incontrarli.
Il terzo momento è quello della apertura e accoglienza vere e proprie: l’equipe diocesana offre collaborazione per organizzare una giornata in cui ci si conosce, si vive un tempo di socializzazione e viene presentato alla comunità quello che si intende avviare.
Infine, si cementa il percorso com specifici momenti di formazione con gli educatori locali, per un confronto su quanto è già presente e su ciò che si intende attuare o potenziare; viene offerta poi la possibilità di alcuni incontri formativi e di confronto, anche differenziati, per gli educatori dei giovani e gli animatori.
Attraverso questo progetto si vuole cercare di evangelizzare ancora i giovani, creando un’orchestra, una comunità educante dove ognuno ha il suo ruolo: il parroco come responsabile e coordinatore, gli educatori come riferimento per i giovani, gli animatori coinvolti nell’organizzazione delle attività e dei giochi.
Solo mettendosi in cammino insieme, ognuna di queste figure può crescere nel suo ruolo, acquisendo competenze sempre nuove attraverso una formazione permanente.
L’incontro con i ragazzi e l’inizio di un cammino insieme con loro, che metta a disposizione uno “spazio”, una “dimora” di ritrovo, è sempre finalizzato a quella che è la realtà più grande della nostra esistenza: l’incontro con Cristo, l’unico che dà senso a ciò che siamo e a quello che facciamo, quindi l’unico che può aiutare i giovani a trovare il significato più grande del loro esistere.
Per ogni informazione è possibile contattare l’email pgivrea@gmail.com.
Redazione Web