(elisa moro) – San Savino, si è entrati nel vivo dei festeggiamenti religiosi.
Dopo lo scambio dei ceri tra i priori uscenti e quelli subentranti, avvenuto ieri pomeriggio, nella Chiesa di San Nicola da Tolentino, in serata, a partire dalle ore 21, si è tenuta la Veglia di preghiera in onore del Santo, nella Chiesa di Sant’Ulderico.
Davanti all’Urna, traslata dal Duomo e contenente le reliquie di San Savino, si è data lettura della Passio, il racconto del processo e del martirio che il Santo Vescovo ha subito, agli inizi del IV secolo.
Quello del racconto del martirio “è un fatto che rimane nella Chiesa, è fare memoria di ciò che c’è di più profondo nella vita della Chiesa”; così Mons. Edoardo Cerrato, presente a questo momento di preghiera e di meditazione, ha voluto commentare – nel si può ascoltare il suo intervento integrale – aggiungendo che “tutto avrà il pieno compimento nella pienezza della vita eterna”. “Appellabo martyrem predicavi satis: ho detto che è un martire, non c’è bisogno di aggiungere altro” (Sant’Ambrogio).
Il martirio è la forma più alta di testimonianza per la Chiesa, la “forma di amore totale a Dio… Che si fonda sulla morte di Gesù, sul suo sacrificio supremo d’amore. Il martirio e la vocazione al martirio nascono dalla profonda e intima unione con Cristo, sono la risposta ad un’iniziativa e ad una chiamata di Dio, sono un dono della Sua grazia, che rende capaci di offrire la propria vita per Cristo e per la Chiesa, e così al mondo” (Benedetto XVI, 11/08/2010).
Si arriva al momento della venerazione verso le reliquie, nel corso del canto della Compieta: è un ribadire che il Cristianesimo non è un’astrazione, ma un’adesione piena e vera di tutta la persona a Cristo; non è semplicemente un gesto di tradizione, ma un volgere lo sguardo e l’attenzione verso quel corpo che ha operato e compiuto gesti, ha predicato, amato e sofferto, fino a versare il sangue per il Vangelo e che continua ad invitare ciascuno a credere con fermezza, a rimanere saldi nella fede.