Dedicato agli appassionati? Non solo. L’ennesima pellicola ispirata alla saga dei dinosauri creata da Michael Crichton ha un ingrediente nostalgico per cui ci pare sia passato tanto tempo da quando abbiamo “accarezzato” un cucciolo di brontosauro; ed è arrivato forse, con una certa tristezza, il tempo di mettere la parola fine.
L’isola di Isla Nubar è andata distrutta e l’incredibile parco del Giurassico non c’è più: oggi i dinosauri riportati alla luce vivono liberi sul pianeta Terra, vanno a caccia e condividono un equilibrio precario con gli esseri umani.
Il paleontologo Alan Grant è ancora al lavoro: professore vecchio stile, si dedica ai suoi scavi e chissà da quanti anni coltiva un po’ della sua tristezza; nello studio conserva un ritratto di Ellie Sattler, la paleobotanica con cui ha condiviso gli esordi di Jurassic Park. Ora incredibilmente la ritrova per una nuova, pericolosa avventura. Quando Ellie spiega che il suo matrimonio è finito male, Alan pare dispiaciuto, ma in fondo non troppo.
Insieme agli altri protagonisti della saga, Owen Grady e Claire Dearing dovranno cercare di ripristinare il delicato equilibrio tra uomini e creature della preistoria: oggi Owen e Claire hanno una bambina, vivono e lavorano in Italia sulle Dolomiti. Proprio qui sono collocati i laboratori segreti di una misteriosa multinazionale biotecnologica, la BioSyn: l’azienda ha come scopo dichiarato quello di combattere fame e carestie nel mondo creando prodotti Ogm invulnerabili. Ma ben presto il capo della struttura, il temibile dottor Lewis Dodgson, paleserà le sue vere intenzioni di potere e dominio.
Il lavoro del dottor Grant e degli altri protagonisti ha così introdotto il tema della bioetica e delle sperimentazioni genetiche: chissà se per chiudere definitivamente il sipario o se per lanciare nuove sfide cinematografiche.