In Italia si studia sempre meno geografia, ma anche chi l’avesse studiata bene difficilmente saprebbe identificare le isole Orcadi: un arcipelago della Scozia, al largo della costa settentrionale della Gran Bretagna. Durante la seconda guerra mondiale l’arcipelago ospitava una grande base navale. L’incursione di un sommergibile tedesco, l’U-47, provocò l’affondamento della nave ammiraglia Royal Oak e la morte di 833 uomini dell’equipaggio. Una tragedia che portò alla costruzione delle Churchill Barriers, protezioni in blocchi di cemento, per chiudere quasi tutti i canali di accesso alla base Scapa Flow. La mano d’opera fu principalmente composta da prigionieri di guerra italiani.

Nella minuscola isola Lamb Holm, si trovava il Campo 60. Nonostante la durezza del lavoro forzato, Domenico Chiocchetti non rinunciò mai alla sua passione artistica e alla sua fede, ereditate e imparate nella natia Moena, in Val di Fassa, in provincia di Trento. Grazie alla sua arte e al lavoro dei commilitoni, nel 1942 fu costruita, con fil di ferro e calcestruzzo, una statua di San Giorgio che uccide il drago, simbolo della vittoria della pace sul male e sulle guerre.

Con l’arrivo di don Gioacchino Giacobazzi e grazie all’illuminato comandante del campo, il maggiore Buckland, fu possibile realizzare il sogno dei prigionieri: costruire una chiesa. Utilizzando due baracche in metallo si costruì una chiesetta che ancor oggi costituisce luogo di pellegrinaggio e attrazione turistica nella lontana isola scozzese. Si formò una squadra di costruzioni: il cementista Buttapasta, il fabbro Palumbi, gli elettricisti Primavera e Micheloni, Giovanni Pennisi l’artista siciliano del campo 34, dell’isola di Burray e altri.

La navata è tutta ornata dalle opere di questi prigionieri, tra cui spicca l’affresco del Chiocchetti che domina l’altare: la Madonna, Regina della Pace, con il Bambino. Si ispirò ad una immaginetta che la mamma gli aveva dato prima della partenza per il fronte, ma sviluppata in modo originale, da vero artista.

Dopo la guerra il Campo 60 fu distrutto, ma la piccola cappella e la statua di San Giorgio rimangono nella remota isola di Lamb Holm, monumenti al desiderio di pace e alla indomabile volontà di bene e di bello, che resistono alle guerre, e ci ricordano la dignità e la fede di quegli uomini, prigionieri, ma liberi.