La Giornata delle Comunicazioni Sociali è un ottimo spunto per focalizzare l’attenzione sulla comunicazione delle (e nelle) istituzioni ecclesiastiche. Tema talvolta trattato con genericità e relegato ad una gestione piatta di siti e profili social.
La comunicazione coinvolge la Chiesa nelle sue più profonde radici. Nella lettera apostolica “Il rapido sviluppo”, San Giovanni Paolo II lo spiega con maestria: “La comunicazione tra Dio e l’umanità ha raggiunto la sua perfezione nel Verbo fatto carne”. La Rivelazione è la comunicazione di Dio all’uomo.
Ma cos’è la comunicazione istituzionale? Prendo in prestito le parole di un mio professore, don José M. La Porte. Per lui si tratta di una “comunicazione realizzata in modo organizzato da un’istituzione o dai suoi rappresentanti e diretta alle persone e ai gruppi dell’ambiente sociale in cui svolge la sua attività. Essa ha come obiettivo stabilire relazioni di qualità tra l’istituzione e il pubblico con cui si relaziona, acquisendo una notorietà sociale e un’immagine pubblica adeguata ai suoi fini e attività”. Definizione che nelle aule accademiche è scolpita nel marmo e che va analizzata dovutamente.
Innanzitutto questo tipo di comunicazione è “organizzata”, il che prevede l’impiego di professionisti: non è fatta soltanto per dire che la si fa. Viene diretta a tutti coloro che si relazionano con l’istituzione: dal parrocchiano al giornalista, dal parroco al senzatetto… tutti.
Non è solo ad extra ma anche ad intra: una buona comunicazione interna aiuta a risolvere criticità e situazioni ostili.
Punta poi a costruire relazioni personali, che la Chiesa deve sempre curare. Quelle con i giornalisti, per esempio: facilitare lo svolgimento del loro mandato, offrire informazioni programmate, mantenere un contatto personale stabile favorirà un lavoro nettamente più sereno, così come potrà essere l’immagine di Chiesa che ne scaturirà.
Infine, il tutto è mirato a favorire i fini e le attività della Chiesa che vertono tutti alla Salvezza. Proprio nell’ottica dell’economia di Salvezza la comunicazione istituzionale gioca un ruolo cruciale, e non bisogna rinunciarvi, anzi va potenziata e strutturata.
Lo dimostra il recente esempio dell’implicazione degli Uffici di Comunicazioni Sociali delle Diocesi nell’ambito del Sovvenire e della Campagna 8xmille alla Chiesa cattolica: non per sostituire chi ricopre incarichi e mandati tecnici ben precisi, ma per garantire che questi adottino una efficace comunicazione ed informazione ad extra e ad intra.