Il Festival della canzone di Sanremo si è concluso con tutti gli applausi e le polemiche che seguono ad una manifestazione canora tanto importante. I testi delle canzoni sono stati esaminati da diverse giurie, compresa l’Accademia della Crusca; in questo contesto, lungi dall’attribuirci competenze che non abbiamo, vorremmo portare la nostra attenzione sul tema sociale della demenza senile cantata ed interpretata da Simone Cristicchi.
Il cantautore romano ha preso spunto dalla malattia della madre per poter condividere con un pubblico più ampio il momento in cui un figlio si prende cura di un genitore con una patologia neurodegenerativa. Forte è il riferimento alle memorie, che devono essere ricostruite, alla pazienza, per rispondere alle mille domande che si ripetono e che necessitano sempre di una stessa risposta, alla forza che serve per ridare senso ad un legame che sembra svanito.
Il brano riconosce a tutti i caregiver familiari quella scoperta di competenze, energie e valori che vengono messi alla prova durante le fasi in cui si accompagna il proprio genitore in un periodo tanto fragile dell’esistenza. Una fragilità che Cristicchi racconta facendo riferimento al peso della madre, diventata leggerissima, piccola piccola, e a come ogni giorno diventa significativo per potersi sottolineare l’affetto che ci si è trasmessi. Senza riuscire a veitare l’obbligo di fare i conti con la frustrazione e la rabbia che accompagnano le patologie neurodegenerative che impongono il confronto con il cambiamento e la perdita, ma che possono essere occasione per restituirsi ancora affetto e attenzione.
In Italia ci sono circa 7 milioni di persone che forniscono o hanno fornito assistenza a persone con patologie relative all’invecchiamento, croniche o con infermità. Circa il 60 % di queste persone sono donne, di età compresa tra i 45 ed i 55 anni. Spesso abbandonano il proprio lavoro per potersi dedicare alle cure dei familiari. I bisogni dei caregiver non sempre vengono considerati dai servizi pubblici e privati, ed il riconoscimento del ruolo di chi si prende cura di un proprio familiare non è legato esclusivamente ad un riconoscimento economico.
Chissà! Forse, attraverso la canzone di Cristicchi, tante persone potranno ricevere quell’abbraccio di cui si può avere bisogno per trovare la forza di continuare ad andare avanti: con il sorriso, con la voglia di vivere “ancora un giorno” con quel genitore che non li riconosce più.