(Doriano Felletti)
La linea 1 del Servizio Ferroviario Metropolitano è certamente una delle più utilizzate dai pendolari canavesani; attualmente consente il collegamento da Rivarolo Canavese a Chieri passando per la stazione di Torino Porta Susa. Questa linea, istituita pochi anni fa, include nel suo percorso una tratta storica, inaugurata nel 1866: la ferrovia Canavesana.
Già alla fine degli anni Cinquanta del XIX Secolo, il Canavese era attraversato da ben due linee ferroviarie. Una notevole spinta alla realizzazione delle diverse tratte in tutto il Piemonte la diede anche Camillo Benso, Conte di Cavour, durante il proprio mandato di Presidente del Consiglio dei ministri del Regno di Sardegna attraverso un piano di sviluppo nazionale che considerava l’ampliamento della rete ferroviaria italiana il presupposto per l’espansione del commercio interno ed estero: “l’influenza delle ferrovie si estenderà su tutto l’universo.
Nei Paesi che hanno raggiunto un alto grado di civilizzazione esse imprimeranno all’industria un enorme impulso”. Sul nostro territorio canavesano insistevano la linea Torino-Novara, aperta all’esercizio il 20 ottobre 1856 che prevedeva le fermate nelle stazioni di Brandizzo, Chivasso e Castelrosso, e la linea Chivasso-Caluso, aperta all’esercizio a partire dal 1° maggio 1858 ed estesa fino a Ivrea a partire dal 5 novembre 1858, che prevedeva le fermate nelle stazioni di Montanaro, Rodallo, Caluso, Candia Canavese, Mercenasco, Strambino e Ivrea.
La presenza di queste due linee alimentò l’idea di costruire una ferrovia che unisse le località dell’Alto Canavese occidentale, quali Rivarolo, Cuorgnè e Castella-monte, con Torino via Settimo. Il progetto ebbe quali promotori alcune personalità del territorio, fra queste il medico chirurgo e Deputato del Regno di Sardegna Carlo Demaria, il sindaco di Rivarolo Canavese Giuseppe Recrosio, l’imprenditore di origine chierese Giuseppe Chiesa, padre di Michele che fu direttore del cotonificio di Rivarolo Canavese e fondatore della manifattura di San Giorgio Canavese e della filatura di Cuorgnè, il Deputato del Regno di Sardegna Maurizio Farina, già sindaco sempre a Rivarolo Canavese e fondatore dell’asilo d’infanzia, l’agrimensore Giuseppe Peronetti, l’imprenditore Fortunato Pistono e il notaio Antonio Vallero.
L’obiettivo era quello di incentivare, anche in quell’area di Canavese, i rapporti di natura commerciale, favorendo il miglioramento dell’economia.
L’11 agosto 1856 fu costituita la Società Anonima della strada ferrata centrale del Canavese con un capitale sociale di lire 800.000 e con l’obiettivo di avviare la costruzione di una linea ferroviaria che collegasse Settimo a Cuorgnè, via Rivarolo. L’Assemblea degli azionisti della Società optò inizialmente per una ferrovia a vapore ma poi, non essendo state sottoscritte azioni sufficienti per questo tipo di investimento, ripiegò sulla trazione a cavalli e scelse di limitare il percorso a Rivarolo, con l’impegno di costituire un nuovo fondo per il prolungamento fino a Cuorgnè.
Con Legge del maggio 1863, il Governo accordò alla società la costruzione e l’esercizio della linea “senza alcun sussidio o garanzia d’interessi”. Per la costruzione delle rotaie fu utilizzato l’innovativo sistema, specifico per le tramvie a cavalli, brevettato dal milanese Angelo Felino Luè che nel 1861 fu premiato con una medaglia alla Esposizione Nazionale di Firenze: la rotaia, a doppio fungo, era ancorata mediante staffe di ghisa a dei blocchi di pietra affondati nella massicciata. I blocchi erano collegati l’uno con l’altro con barre di ferro; appositi distanziatori garantivano che lo scartamento tra le due rotaie rimanesse costante senza l’utilizzo di traversine in legno.
La linea fu realizzata, anche per contenerne il costo, utilizzando parte della massicciata della strada provinciale Volpiano-Rivarolo, con tratti in sede promiscua. Il sistema Luè dimostrò però all’atto pratico gravi inconvenienti, così la Società si rivolse a Saverio Avenati, ingegnere molto attivo nella progettazione delle linee tranviarie torinesi, che adottò, nel proseguimento della tratta da Volpiano a Rivarolo, la rotaia incassata sul piano stradale realizzata con il sistema Loubat. La linea Settimo-Rivarolo, della lunghezza di 22 chilometri, aprì al servizio il 20 giugno 1866.
Era dotata di due carrozze per complessivi sessanta posti a sedere. Il convoglio effettuava tre corse giornaliere di andata e ritorno, transitava per i comuni di Volpiano, San Benigno, Bosconero e Feletto, superava i ponti sui torrenti Bendola e Malone e arrivava a Rivarolo Canavese in un’ora e quarantacinque minuti. Il 28 gennaio 1868 fu stipulato fra la Società e le Poste Italiane il contratto per il trasporto della corrispondenza tra i diversi uffici postali della tratta. Ma l’ammontare delle spese, maggiore rispetto a quelle preventivate, ed i bassi introiti derivanti dalla gestione portarono nel 1869 la Società al fallimento e l’infrastruttura fu messa all’asta.
Nel 1871 la acquistò Gae-tano Capuccio, già proprietario della linea Torino-Ciriè, ma anch’egli incorse nel fallimento. Nel 1872 subentrò Carlo Dionigi Reinfeld che, nel 1874 propose lo smantellamento dell’ippovia e l’adozione del sistema di trazione a vapore su progetto di Fausto Gozzano, padre del poeta Guido, autorizzato dal Ministero dei lavori pubblici nel 1876. Il percorso rimase pressoché lo stesso, eccezion fatta per alcune modeste varianti; l’armamento, a binario unico, fu realizzato con rotaie montate su traverse in legno, secondo il sistema standard Vignoles.
I lavori di adeguamento subirono grossi ritardi a causa del decesso, nel settembre 1877, del Reinfeld; fu costituita la Società anonima della Ferrovia Centrale e Tranvie del Canavese (FCC), fondata dai fratelli Carlo, Vincenzo e Pietro Ceriana, che portò a compimento le opere. La tratta fu inaugurata il 1° dicembre 1885.
Il primo prolungamento fu la linea Rivarolo-Cuorgnè, della lunghezza di circa 10 chilometri, che venne realizzata, su progetto dell’Ingegner Michele Fe-nolio, come tranvia a vapore sulla sede stradale. La Società FCC aprì l’esercizio a partire dal 1° marzo 1883; i fondi necessari alla costruzione della linea e al suo mantenimento in esercizio provenivano dal Banco Sconto e Sete di proprietà dei Fratelli Ceriana.
Successivamente, la Società FCC e il Banco Sconto e Sete diedero mandato, sempre all’Ingegner Fenolio, di realizzare il progetto di massima di una linea ferroviaria che collegasse Rivarolo a Pont, della lunghezza di 16 chilometri, previo smantellamento della tranvia. Il progetto venne vagliato dal Consiglio Superiore dei lavori pubblici solo nel giugno del 1900, mentre la convenzione per la costruzione e l’esercizio della linea fu approvata con Regio Decreto nel marzo del 1903. Approvato il progetto esecutivo, furono avviati i lavori che si conclusero con l’apertura al pubblico il 1° luglio 1906.
Sulla linea furono realizzati due nuovi ponti, sul rio Gallenca, di circa 30 metri di luce, e sul Torrente Orco, a travata continua a 3 campate di circa 30 metri cadauna. Il secondo prolungamento fu realizzato da Rivarolo a Castellamonte la cui municipalità contribuì economicamente all’opera. La concessione per la costruzione e l’esercizio della linea fu sempre affidata alla società FCC con Regio Decreto del 18 marzo 1886. La tratta, a binario unico della lunghezza di 7 chilometri, fu realizzata nelle immediate prossimità della sede stradale e venne aperta all’esercizio il 25 luglio 1887.
Il 29 marzo 1933 la Società FCC si fuse con la Società Anonima Ferrovia Torino-Ciriè-Valli di Lanzo dando vita alla nuova Società anonima Ferrovie Torino Nord (FTN). Nel gennaio 1959 la SATTI (poi Trasporti Torinesi, poi GTT) subentrò nella gestione della tratta.
Dal 1º gennaio 2021, il servizio ferroviario sulla linea è gestito da Trenitalia. Nell’aprile 1985 fu chiusa la diramazione Rivarolo-Castellamonte, giudicata dalla Motorizzazione Civile troppo pericolosa per la vicinanza dei binari alla strada provinciale per Ivrea; a partire dal 1990 fu avviata l’opera di smantellamento.
In ultimo, Il 1º marzo 2002 venne attivata l’elettrificazione sulla linea da Settimo Torinese a Rivarolo Canavese. Dal mese di novembre 2020, la tratta tra Rivarolo Canavese e Pont Canavese è chiusa per i lavori di elettrificazione e potenziamento infrastrutturale ed è sostituita da autobus extraurbani. Lavori che, secondo le previsioni dell’Osservatorio territoriale sulle infrastrutture, dovrebbero portare alla sua riapertura nel 2025.