Il Comune di Ivrea è impegnato fortemente sul tema della mobilità sostenibile e certi piccoli cambiamenti urbanistici già si vedono (si pensi ai passaggi pedonali rialzati o alla revisione del traffico in corso D’Azeglio, di cui avevamo dato conto sugli scorsi numeri di questo giornale).

Il tema della sostenibilità è, nell’Agenda ONU 2030, l’obiettivo n. 11 “Città e comunità sostenibili” in cui si chiede ad ogni Stato firmatario, di intervenire sull’inquinamento atmosferico, le politiche abitative, l’accesso ai trasporti pubblici, la prevenzione dei disastri e delle calamità naturali, la gestione dei rifiuti, l’accesso agli spazi pubblici e su un’economia positiva tra le zone urbane, periurbane e rurali.

Al 2030 mancano “solo” 6 anni e l’Italia è consapevole di essere rimasta molto indietro rispetto a questo tema. Manca una cabina di regia che sia capace di sostenere una rigenerazione urbana equilibrata in tutto il Paese e che favorisca l’uso dei mezzi pubblici che però vanno resi efficienti, capillari, puntuali, puliti e… frequenti.

La mobilità sostenibile è l’occasione per pensare un modo di vivere nella propria città, riducendo l’impatto negativo nelle emissioni inquinanti delle polveri sottili, che hanno effetti neurotossici, ma anche sostenendo la “mobilità lenta” o quella “condivisa” per raggiungere la scuola, il lavoro, gli ospedali ed i luoghi di vacanza e di svago.

Oggi il processo di mobilità sostenibile sembra avere un impatto molto più legato ai disagi che non ai benefici, ma nel lungo termine, avere un contesto di vita che, ad esempio, attraverso il buon funzionamento dei mezzi pubblici inclusivi, con i dispositivi per poter accedere facilmente con un passeggino o con la carrozzina, consenta alle persone di potersi muovere agilmente in un territorio senza utilizzare il proprio autoveicolo, darebbe la possibilità a tutti di stare meglio e evitare l’isolamento.

Attraverso la mobilità sostenibile si garantisce anche il benessere fisico contrastando la sedentarietà, limitando i rischi dell’obesità, del diabete, prevenendo le patologie cardiovascolari senza contare la limitazione dei danni da inquinamento acustico (irritabilità, disturbi del sonno, compromissione delle capacità cognitive, etc.). Lo sforzo per raggiungere una soddisfacente qualità della vita deve essere fatto da tutti anche con piccole azioni, ma anche dando credito al cambiamento urbanistico perché porterà benefici su larga scala.