“Il Risveglio Popolare” del 26 marzo 1970 apre con un articolo sugli effetti della riforma ospedaliera con le relative ricadute in Canavese. Il Parlamento l’aveva approvata due anni prima e il processo innovativo avrebbe dovuto sfociare nella riforma più ampia di tutta la sanità italiana. L’articolo richiama una delle idee chiave del processo di riforma, ossia che la tutela della salute in tutti i suoi aspetti è un bene pubblico. Non così appariva leggendo l’art 1 dello Statuto dell’Ospedale di Ivrea del 1895; la struttura doveva provvedere ai bisogni degli indigenti pagando con risorse e capitali propri. In altri termini la tutela della salute era un bene privato e l’assistenza sanitaria degli indigenti presa in carico dalla struttura senza contemplarvi nessun meccanismo di finanziamento pubblico. Con la riforma, la tutela della salute è un bene pubblico, vale a dire che, come per l’istruzione, per la giustizia ecc...“deve venire erogato gratuitamente alla totalità dei cittadini. Il suo costo deve ricadere sull’intera collettività attraverso il prelievo fiscale”.
In fondo pagina il giornale ricorda la soluzione della crisi politica con il conferimento a Rumor di formare il nuovo governo dopo che il 7 febbraio Rumor stesso aveva rassegnato le dimissioni del suo governo monocolore per arrivare a formarne uno quadripartito. Tanto rumore per nulla? No, risponde l’articolista, perchè la crisi era servita a far emergere molti nodi irrisolti della politica italiana.