IVREA – Rivivere il fascino della storia antica ha portato un gruppo di persone a costituire un sodalizio di rievocazione particolare: si tratta della Legio Adamanti-na progetto artistico che ha condotto alla costituzione della Qvarta Legio Consvlaris la cui storia nacque qualche anno fa in seno all’Associa-zione “Il Diamante” con l’esperienza maturata durante la “Passione di Cristo” di Ivrea, che ebbe la quarta e ultima edizione nel 2019, quando Davide Mindo, noto attore e presentatore della zona, distaccò con altri appassionati l’elemento romano della sacra rappresentazione per svilupparlo nella dimensione di un gruppo autonomo di rievocatori. Iniziarono a percorrere i primi passi in quel mondo, studiando i fondamenti della ricostruzione archeologica sui diversi manuali di Giuseppe Cascarino, uno dei massimi esperti di storia romana, con particolare riferimento alle legioni, agli accampamenti dei legionari e all’esercito romano in generale.

L’incontro di Davide Mindo con Luca Bussotti di Genova, leader della III Legio Consvlaris, costituì il salto di qualità e l’inserimento del gruppo eporediese, con il nome di Qvarta Legio Consvlaris, nel progetto nazionale di rievocazioni delle quattro legioni consolari di tarda età repubblicana, rifacendosi ai tempi del passaggio del Rubicone da parte di Cesare.

Con la sede a Banchette, si è potuto auto-costruire dal vestiario alle tende per gli accampamenti, dalle loriche ad anelli fino a un’intera batteria formata da 4 scorpio. Molto lo studio dietro a questa realtà per essere il più possibile aderenti a quello che gli storici hanno ricostruito dell’avventura della civiltà romana. La collaborazione con diversi istituti superiori di Ivrea ha poi portato con i “percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento” all’inserimento di molte studentesse e studenti nel gruppo, allargando le competenze e offrendo molte altre componenti: dalla tessitura al mosaico, dalla scrittura su tavolette di cera ai culti religiosi.

Dalla prima partecipazione nel video del regista Diego Bonucelli “L’ultima battaglia dei Liguri Apuani” del 2020, l’Associazione “Il Diamante” ha percorso molta strada e il gruppo della Qvarta Legio ha partecipato alle rievocazioni di Luni e Crissolo, è stato richiesto in un’altra opera video all’arena di Susa per una produzione americana sull’eruzione vulcanica che distrusse Pompei. Poi ad Aosta attraverso le vestigia archeologiche romane e quest’anno, per la terza volta, al grande appuntamento presso l’Arena di Nîmes in Francia, dove già in passato il gruppo si è distinto con gli studenti che studiano il francese, l’inglese e lo spagnolo sia nei combattimenti simulati all’arena, e sia nella rievocazione della vita al Castrum insieme a gruppi provenienti da mezza Europa.
L’effetto del gruppo di rievocazione ha già portato i suoi frutti: alcuni studenti che hanno terminato il ciclo superiore si sono iscritti a facoltà di Archeologia e Storia. L’Associa-zione utilizza come strumento principale la conoscenza della romanità del territorio di Ivrea, del Canavese e della Valle d’Aosta e questo è stato realizzato nelle due edizioni delle “Giornate di Eporedia” e a Samone, in cui la rievocazione aveva per tema proprio la storia della penetrazione romana in Canavese.

Il direttore artistico, Davide Mindo, ha realizzato un progetto che oltre ad accomunare adulti appassionati, ha saputo attrarre i giovani, raccogliendo la loro esigenza di vivere nella storia dopo averla studiata e ricreata anche con lavori manuali. Ha saputo intessere una collaborazione con scuole e genitori e il gruppo è in costante mutazione per meglio indagare le moltissime e meravigliose sfaccettature di questo periodo della storia.

Grande impegno è stato profuso per le didattiche che illustrano oltre alle tecniche d’assedio con modelli in scala, l’utilizzo della groma e delle sue geometrie per i calcoli sul terreno: gli studenti hanno imparato ad usarla per tracciare il decumano e il cardo di un accampamento che poi viene effettivamente realizzato con le tende, dimostrando al pubblico anche la definizione di un punto irraggiungibile.

Sia con la didattica in miniatura e sia dal vero, con la ricostruzione della groma a grandezza naturale, su cui si insiste perché Ivrea conserva nel locale museo la sua raffigurazione completa in bassorilievo, su di un titolo mortuario di Lucio Ebuzio Fausto. Insieme ai resti di quella frammentaria rinvenuta a Pompei, rappresenta quasi un unicum oggi di quello che si conosce dello strumento.

Oli, lucerne, incensi, la ricostruzione di un’ara sacra da campo, un tempietto con le statuette dell’olimpo romano, il culto delle vestali riproposto con le danze e i canti, arricchiscono il gruppo, la scrittura, realizzata con lo stilo, ripropone sulla cera d’api la capitale quadrata, la corsiva antica e nuova e la capitale rustica insieme ai simboli numerici.

L’armamento individuale è composto dal gladius hispaniensis portato sulla lorica ad anelli, in testa si calza l’elmo in bronzo di tipo “Montefortino” che equipaggiò i legionari dal quarto secolo a. C. al primo d. C. Si impugna con la mano sinistra un pesante scutum e con la destra si regge sulla spalla il pilum (giavellotto).

Nulla è lasciato all’improvvisazione: dalle prove alle rievocazioni sul campo la disciplina la fa da padrona e l’allenamento continuo, settimanale, viene eseguito per comprendere e realizzare le complesse manovre dei legionari (defendum, testudo, cuneum, orbis). Questo inverno è stata aumentata l’artiglieria nevrobalistica con la costruzione di altri tre scorpio a grandezza naturale, portando a quattro le macchine, secondo i dettami di Vitruvio e le raffigurazione della Colonna Traiana a Roma.

Storia, divertimento e restituzione al pubblico nelle rievocazioni, sono il “sale” della IIII Legio Consularis, dove il 4 si scriveva in cifre “additive”. Il “IIII” corrisponde a 1+1+ 1+1 e solo nel medioevo si usò la cifra per differenza, il “IV” cioè 5-1 ed entrambe coesistono ancora oggi, ad esempio sui quadranti degli orologi. La ragione dell’utilizzo delle quattro stanghette era poi religiosa: i romani non utilizzavano la forma IV perché coincideva con le iniziali del nome latino del dio Giove (IVIPETER). Il gruppo è presente sui social (Facebook, Instragram e TikTok) come “Legio Adamantina – IVREA”.