“La mancata pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della norma sul servizio scuolabus, contenuta nell’art. 5 del Decreto Scuola, mette i Sindaci in forte difficoltà. La crisi di governo penalizza sindaci e famiglie”. Così il presidente di ANCI Piemonte, Alberto Avetta, in merito alla mancata ratifica della norma (approvata dal Cdm lo scorso 6 agosto) che avrebbe dovuto superare il pronunciamento della Corte dei Conti piemontese in merito all’impossibilità per i Comuni di contribuire alle spese del servizio di trasporto scolastico.  “La norma – spiega Avetta – doveva sfociare in un documento ufficiale da pubblicare in Gazzetta Ufficiale entro il 28 agosto, in tempo per la ripresa dell’anno scolastico. ANCI si era mossa subito, scrivendo al Ministero dei Trasporti e al MIUR. Purtroppo la mancata approvazione della norma rende inadempienti e potenzialmente perseguibili le amministrazioni comunali, la cui unica colpa è quella di contribuire economicamente all’erogazione di un servizio fondamentale per la sopravvivenza stessa delle scuole. Senza servizi le piccole comunità muoiono: penso soprattutto ai Comuni rurali e montani. Ovviamente continueremo a presidiare la questione ma l’auspicio è che, qualunque sia l’esito di questa crisi, il Governo risolva con urgenza la questione”, ha concluso il presidente di ANCI Piemonte.

Dello stesso tenore le parole di Marco Bussone, Presidente Nazionale Uncem. “Il Decreto scuola e ‘salva scuolabus’ non è nella Gazzetta Ufficiale appena andata on line – dice Bussone – Dal 6 luglio tutta l’Uncem era preoccupata per quel ‘salvo intese’ con cui era stato approvato in Consiglio dei Ministri il Decreto scuola. Che, oltre a importanti misure per la stabilizzazione dei precari, oggetto del controverso dibattito politico tra le forze di maggioranza di allora, conteneva all’articolo 5 la modifica della legge del 2017, vigente, che non consente ai Comuni di cofinanziare interamente o parzialmente il trasporto studenti. Lo avevamo già previsto nei giorni scorsi. Lo scontro e la crisi hanno bloccato il provvedimento che a inizio agosto era stato annunciato per la Gazzetta di oggi. Non è così e i Sindaci saranno costretti a garantire il servizio scuolabus sfidando la legge, aspettando la modifica da parte del Parlamento, in un nuovo decreto ad esempio, o in un omnibus ovvero ancora nella legge di bilancio 2020. Di certo, ancora una volta gli Enti locali, i Comuni montani in particolare, assistono a un tradimento, a una rottura che fa male e obbliga i Sindaci a sfidare la legge per consentire a bambini e ragazzi di entrare in classe tra meno di quindici giorni. Le Amministrazioni, che hanno già peraltro i fondi a bilancio, restano in attesa. Ma con sempre meno fiducia. La Gazzetta Ufficiale esce anche nei prossimi Giorni, ma del Decreto scuola sappiamo già che si sono perse le tracce. Confidiamo nel futuro. E nel buon senso. Anche della Corte dei Conti”, conclude Marco Bussone di Uncem.