“Risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina” (Lc.21, 28): un annuncio liberante è all’esordio del tempo di Avvento, una novità che interpella il cuore dell’uomo, immerso nella notte del peccato, “nelle tenebre e nell’ombra di morte” (Sal. 87, 3) di ogni epoca e di ogni luogo. Con questa parola, tratta dalla pericope del Vangelo di Luca (Lc 21, 25-28.34-36), la Chiesa entra nel tempo dell’Avvento (adventus: venuta), tempo proprio della condizione esistenziale del credente in Cristo, che, ricolmo di nostalgia, persevera nella preghiera, gridando: “Maràna tha! Vieni, Signore” (1Cor 16,22).
“State attenti a voi stessi” (v.34): Cristo invita a rivolgere lo sguardo alla propria vita, volgendo il cuore al kairos, “in interiore homine” (“nell’uomo interiore”, Agostino, De vera religione, XXXIX, 72), in attesa della seconda e definitiva venuta, alla fine dei tempi, nella gloria (Mt. 25, 31). È richiesta un’attenzione incessante, un continuo anelito del cuore, come ricorda il Salmo: “Io spero nel Signore, / l’anima spera nella sua parola. / L’anima mia attende il Signore / più che le sentinelle l’aurora” (Sal 129,5-6), una tensione che spinge a muoversi verso Cristo, vivendo in pienezza questo tempo “di salute, di pace e di riconciliazione” (L. Past., San Carlo Borromeo, t. 3 p. 481).
“Vegliate e pregate in ogni momento” (v.36): un secondo imperativo, dopo l’invito a prestare attenzione, domina sul brano evangelico, rimarcando nuovamente l’invito a essere sentinelle. Occorre, usando un’immagine di San John Henry Newman, chiarire un concetto: “Vigilare: cosa vuol dire, per Cristo? Non si tratta soltanto di credere, ma di stare in vedetta. Sapete cosa vuol dire aspettare un amico, aspettare che venga quando ritarda? Vigilare per Cristo è qualcosa di simile…È guardare avanti senza dimenticare il passato” (Diario spirituale e meditazioni, 63).
“E sursum Agnus míttitur” (“è inviato l’Agnello dall’alto”, come ricorda l’Inno delle Lodi in Avvento): occorre preparare degnamente la dimora del cuore, con una profonda conversione; “in queste quattro settimane siamo chiamati – ricorda Papa Francesco (Angelus, 02/12/2018) – a uscire da un modo di vivere rassegnato e abitudinario, alimentando speranze e sogni per un futuro nuovo”.
Lc 21,25-28.34-36
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».