Sono andato a trovare mia figlia Monica e la sua (numerosa) famiglia a Boston. Nel fine settimana ho approfittato della loro partecipazione al New York Encounter per conoscere questo piccolo “Meeting di Rimini” che da sedici anni ha luogo nella “città che non dorme mai”. Il tema della tre giorni era allo stesso tempo intrigante e provocatorio: “Squarciando l’anima addormentata”. L’espressione è di uno dei Padri della Chiesa più amati da Papa Ratzinger, Gregorio Magno, che la usa per descrivere la potenza della Parola di Dio come una ferita improvvisa che squarcia la nostra anima sonnolenta e ci sveglia, rendendoci attenti alla realtà in modo essenziale.

In uno degli incontri si sono confrontati sul tema dell’enciclica “Fratelli tutti” di Papa Francesco tre illustri ospiti. La yemenita Tawakkol Karman, premio Nobel per la Pace nel 2011 (per la sua militanza pacifica nella “rivoluzione dei gelsomini”, meglio nota come “primavera araba”), ha lanciato un appassionato appello per la giustizia e la pace in nome della libertà e uguaglianza dei popoli, soprattutto in Medio Oriente.

Quindi il cardinale Christophe Pierre, francese, nunzio apostolico negli Stati Uniti, ha osservato come tra le tre parole d’ordine della rivoluzione francese, la fratellanza sia stata piuttosto trascurata, se non addirittura dimenticata: il Papa ha voluto, invece, ricordare a tutto il mondo che la radice della libertà e della uguaglianza sta nella coscienza di essere fratelli e sorelle, figli di un unico Padre.

Il terzo ospite è stato il poeta e scrittore Amets Arzallus Antia che vive nei paesi baschi spagnoli. Figlio di un rifugiato, collabora con una organizzazione che accoglie e sostiene i migranti. Il suo recente successo editoriale, “Fratellino”, racconta l’avventura di Ibrahima Balde. Lasciando tutto, il giovane, dalla Guinea Conakry, si mette in viaggio alla ricerca del fratello più piccolo, partito per l‘Europa senza più dare notizie. Il cantore e moderno “trovatore” Antia presenta, con grande abilità poetica, il drammatico viaggio, tra violenze, sete, fame e paura, di Ibrahima alla ricerca del fratellino.

La vera fratellanza costa cara: un cammino doloroso, ma nobile, concreto e crudo, mai uno slogan da ripetere come tanti altri. Una storia che ferisce il nostro cuore e scuote dalla diffusa e ingiusta indifferenza.