di Alice Rohrwacher
paese: Italia, 2018
genere: drammatico
interpreti: Adriano Tardiolo, Luca Chikovani,
Alba Rohrwacher, Nicoletta Braschi, Tommaso Ragno
durata: 2 ore 10 minuti
giudizio: interessante-bello
Dopo il ritratto del “canaro” di Garrone, il cinema italiano ci offre un altro valido esempio di interpretazione a tutto tondo, intensa ma anche dotata di spirito ironico.
A vedere i primi minuti della storia pare di essere precipitati nell’Italia del secolo scorso, o addirittura nel medioevo: ci troviamo nella proprietà terriera della marchesa Alfonsina de Luna, dove vive un gruppo di contadini dediti alla coltivazione del tabacco. Sono circa cinquanta persone che lavorano faticosamente da mattino a sera, ci sono donne e bambini e persone anziane racchiusi in una comunità rimasta fuori dal mondo e dalla civiltà. L’autoritaria “padrona” considera i “mezzadri” di sua proprietà e gestisce rendite e guadagni come un antico feudatario. Lì vive Lazzaro, ragazzo ventenne, che affronta le giornate senza mai un lamento, posando il suo sguardo timido sul mondo circostante con pazienza e una innata gentilezza. Il giovane stringe un’inaspettata amicizia con Tancredi, figlio della marchesa, ragazzo viziato e stravagante che rimane affascinato dall’aspetto “puro” del giovane contadino. La situazione cambia quando le forze dell’ordine irrompono nella tenuta per verificare le illegalità.
Anche il registro della narrazione muta aspetto, assumendo i contorni fiabeschi di una vera e propria parabola, poiché Lazzaro, precipitato in un dirupo, si risveglia miracolosamente dopo vent’anni: i lupi l’hanno lasciato incolume e il ragazzo comincia così il suo vagabondare alla ricerca dei compagni di un tempo.
Le riprese sono state girate in parte nella campagna viterbese e in parte in Umbria; Alice Rohrwacher ha dimostrato una regia matura, che ha seguito gli insegnamenti di Ermanno Olmi: il personaggio principale ci indica come esista un altro modo di intendere la vita, anche se oggi la bontà d’animo, quando è così estrema, non riscuote grande successo.
O forse, a ben guardare, anche nella nostra epoca la santità è quotidiana, ma anonima e silenziosa.
Graziella Cortese