I recenti e drammatici eventi di cronaca di Palermo e di Caivano, che hanno avuto dei giovanissimi sia come vittime che come carnefici, hanno fatto sorgere tantissime legittime domande legate all’universo di bambini e ragazzi, ovunque essi siano e qualunque cosa essi facciano o subiscano. Tra questi interrogativi, uno spicca su tutti: dove sono i genitori?

Ogni genitore è chiamato a seguire lo sviluppo del proprio figlio in merito alla sua crescita svolgendo tutte le funzioni relative all’accudimento vero e proprio del piccolo, e garantendone uno sviluppo psicologico adeguato, per collaborare alla costruzione della sua identità. Per far questo, il genitore fa riferimento alla propria evoluzione come persona e attraverso la messa in atto di una serie di comportamenti che il bambino va poi ad imitare. Appurato che il comportamento di imitazione è di estrema importanza nell’ambito degli apprendimenti, viene dunque spontaneo chiedersi che cosa i figli osservino, per poi arrivare a compiere azioni – per esempio – tanto gravi come quelle recentemente venute alla luce degli stupri a Palermo e Caivano.

Dovremmo forse preoccuparci che i modelli familiari acquisiti nascondano altri modelli maschili violenti? Potremmo ipotizzare forse che quei giovani vivano un contesto familiare abusante, violento, incapace di riflettere sui valori del rispetto che si deve ad ogni essere vivente? Oppure potremmo trovarci di fronte ad una serie di famiglie trascuranti, dove i genitori si disinteressano non tanto dei bisogni materiali dei figli ma risultano insensibili nel percepire i loro bisogni ed incapaci di instaurare un dialogo utile a comprendere il loro mondo interiore e a correre ai ripari davanti a distorsioni, bugie, pericoli e rischi? Oppure potremmo avere a che fare con genitori totalmente distratti, impegnati a rincorrere i loro personali obiettivi e che dai figli non desiderano essere intralciati?

La gravità delle azioni che i ragazzi di Palermo e di Caivano hanno commesso (ma non prendiamo, purtroppo, come cattivo esempio solo questi due fatti) non sono nate in un giorno. Sono frutto di un disegno e di una premeditazione che per essere generata ha avuto bisogno di crescere in un terreno fertile; possiamo immaginare che nei telefonini di questi ragazzi ci fossero già i semi di questi comportamenti che un genitore attento avrebbe potuto e dovuto individuare, che sarebbero potuti diventare oggetto di discussione familiare, che avrebbero potuto consentire uno spazio di riflessione profonda e di corsa a ripari.