Il filosofo e logico greco Aristotele sosteneva: «Gli inferiori si ribellano per essere uguali e gli uguali si ribellano per essere superiori. Questo è lo stato d’animo da cui nascono le rivoluzioni».
Probabilmente, proprio con questo stato d’animo, nacque e crebbe, a poco a poco, quel processo di evoluzione economica definita “Rivoluzione industriale”.

Per ripercorrerne le fasi, occorre fare un salto temporale. Nel XVIII secolo, anche in Piemonte, ebbe principio l’era pre-industriale. In poco tempo proliferarono molte fucine, deputate alla fusione dei minerali.

Tale epoca conobbe il nascere delle prime liti tra gli imprenditori e gli agricoltori. Quest’ultimi accusavano i primi di danneggiare le coltivazioni, di distruggere i boschi, di rendere torbida e quindi inutilizzabile l’acqua e di “impuzzolentire” l’aria. Ma il processo industriale, ormai inarrestabile, non concedeva proroghe e la sensibilità per il rispetto dell’ambiente era per certuni inesistente, come lo è per altri ai giorni nostri.

Degli innumerevoli impianti esistenti nella regione, uno dei pochi che si presenta ancora oggi visibile nella struttura è quello di località Prèe a Meugliano, in Valchiusella.

Questo altoforno necessitava, per il suo funzionamento giornaliero, di 4800 kg di carbone di legna e vide il diffondersi, nei dintorni, di numerose officine per la lavorazione del ferro prodotto, le più importanti delle quali furono attive nella vicina Novareglia.

Il forno apparteneva alla locale famiglia Gattino, che era anche proprietaria dei siti minerari di Traversella. In capo a pochi anni i Gattino costruirono una vera e propria fortuna, divenendo una delle famiglie più ricche ed influenti del Regno.

La struttura del forno era prismatica, a base quadrata, con un’altezza di 10 metri e un diametro di 7 metri e mezzo. Nelle sue adiacenze, separato da un camminamento ampio un metro, indispensabile in quanto la dilatazione del forno durante il processo di fusione avrebbe lesionato qualsiasi edificio ad esso addossato, v’è un massiccio muraglione atto a sostenere il piano d’accesso alla bocca di fusione che è leggermente inclinato.

L’interno dell’altoforno non è quasi più visibile oggidì, ma doveva essere circolare e costituito da mattonelle refrattarie di terra rossa di Castellamonte, con degrassante di quarzo. Per arrivare al crogiolo trale, c’erano due grandi “fòrnici” (aperture ad arco a volta); una serviva per la spillatura del materiale fuso, l’altra immetteva al “portavento” che era provvisto di un’alimentazione a trombe idroeoliche; in pratica, l’acqua proveniente da un canale precipitava impetuosamente in un condotto verticale, portando con sé una corrente d’aria che serviva a favorire la combustione del carbone. Sopra al forno sorgeva un capiente magazzino. La fucina ferriera “Gattino” constò di numerosi operai e servì, tra gli altri, l’Armata Napoleonica e l’esercito Sabaudo.

Sulla costruzione si legge l’epigrafe “A. N. G.”, ossia “Avvocato Nicolao Gattino”, fondatore della grande azienda.

Ai mecenati Gattino, in Valchiusella, si deve la costruzione della cappella di Meugliano eretta tra il 1818 e il 1820, del ponte di Cali a Traversella (1818), della chiesa di Traversella, nonché della prima strada carrozzabile che collegava Traversella a Strambinello, realizzata tra il 1827 e il 1832 e naturalmente l’ottocentesca magnifica villa di Meugliano, che serviva da abitazione alla famiglia.
Augusta, l’ultima di-scendente della casata dei Gattino, nel 1854, alla morte del papà senatore avvocato Antonio (figlio dell’anzidetto Nicolao), ereditò tutto l’impero economico che fu in verità gestito da suo marito, conte Ernesto Ricardi di Netro, anch’egli senatore, ex militare agli ordini del generale Lamar-mora, il quale fu tra i primi bersaglieri e combattente nelle battaglie di Goito e Novara.

Il conte Ernesto fu inoltre assessore al Comune di Torino e fondatore della scuola e dell’ospedale per i bambini rachitici e del primo monte pensioni italiano per i maestri elementari.
Grazie a lui lo scienziato Quintino Sella venne a studiare i minerali a Traver-sella, salendo più volte in Valchiusella, anche grazie al suo amore per l’alpinismo. Nel 1879 Sella, presiedette un raduno del C.A.I. (Club Alpino Italiano) a Vico Canavese e in quell’occasione soggiornò nella sontuosa villa Gattino Ricardi a Meugliano.

La Valchiusella rivestì quindi un ruolo di spicco nell’economia del regno sabaudo, grazie al notevole sviluppo che ebbe in essa la prima epoca industriale.

Sempre nell’anzidetta località Prèe (sede delle fucine), è di notevole interesse storico l’iscrizione presente sul trave in pietra di una casa su cui si legge: “Ex opere commendatis Iosephi Triveri”. La famiglia Tri-verio, oggi estinta, era una delle più antiche del loco, proprietaria delle prime fucine di Meugliano, tra le prime del Piemonte, poi incorporate dall’espansione di quelle dei Gattino.
I Gattino seppero incrementare la propria attività grazie ad un felice connubio di accentramento industriale, attuatosi con il consorzio assieme alla ditta Mongenet di Pont Saint Martin, il quale permise alla società di divenire uno dei più grandi complessi siderurgici del Regno di Sardegna.

L’ultima discendente di questa casata, la contessa Flaminia Ricardi di Netro, non gestì già più l’attività degli avi, ormai chiusa, ma fu l’erede di una fortuna economica immane. Ella morì a Meugliano il 27 ottobre 1925.