Nel mandare i dodici ad annunciare il suo messaggio di salvezza, Gesù ordina loro condizioni particolari per affrontare il viaggio.
Solitamente, quando stiamo per lasciare la nostra casa per periodi più o meno lunghi, programmiamo con scrupolo ciò che faremo e quali mezzi di trasporto impiegheremo, effettuando tutte le prenotazioni necessarie. Prendiamo molto tempo per riempire la valigia, preoccupandoci di non dimenticare niente di ciò che abbiamo precedentemente appuntato in una lista.
Anche in passato, i viaggi erano considerati in modo molto attento. Sebbene poche persone si allontanassero da casa per lungo tempo, in maggioranza per motivi legati alla professione, come i mercanti e i soldati, tutti consideravano il viaggio come un momento importante e significativo della vita. Oltretutto, rischioso: vi sono molte testimonianze di come, nei secoli scorsi, chi partiva per un lungo itinerario lasciasse precise disposizioni testamentarie nel caso in cui non fosse tornato.
La preparazione materiale è sempre stata tenuta in grande considerazione, benché non fosse trascurata quella spirituale, soprattutto da parte dei pellegrini che in ogni tempo hanno percorso le strade che portavano a Roma o alla Terrasanta.
Il Signore indica invece di portare solamente l’essenziale: un bastone, i sandali, una tunica, senza preoccuparsi del cibo o del denaro.
Lo stretto necessario per passare da un luogo all’altro, da una casa all’altra: badare al sodo consente agli apostoli di concentrarsi sull’annuncio e sul mandato, guarendo gli infermi, scacciando i demòni e chiedendo la conversione del cuore.
E se qualcosa va storto, come è sempre possibile, si può ugualmente dare testimonianza scuotendo la polvere sotto i piedi. Se la vita è un viaggio, come si sente dire attraverso una metafora persino logora, le istruzioni per il cristiano vanno dritto all’essenziale.