Lotta agli scafisti e accoglienza dei migranti: con questo duplice impegno (in sintonia con i messaggi di Papa Francesco) il presidente Mattarella ha cambiato lo scenario politico dopo le improvvide dichiarazioni del ministro degli interni, il leghista Piantedosi, sulla tragedia di Cutro, sulla costa calabrese.
Il titolare del Viminale aveva definito “irresponsabili quei genitori che mettono in pericolo la vita dei figli” con le migrazioni; il Quirinale ha ricordato gli Afghani fuggiti dalle persecuzioni islamiste, con il dovere dell’umanità accogliente.
Le parole di Mattarella hanno aperto un fronte interno al Governo, con Salvini sempre attestato sulla linea dura anti-immigrati e la Meloni consapevole della necessità di una correzione di rotta: il suo ministro di riferimento, il titolare dell’Agricoltura Lollobrigida, ha parlato della possibilità di accogliere 300-500 mila immigrati, richiesti dal mercato del lavoro. La scelta finale del Governo sarà presa proprio a Cutro, con un Consiglio dei ministri convocato in terra calabrese per coprire le assenze ministeriali nei primi giorni della tragedia.
Alle Camere, intanto, è andato in scena uno scontro durissimo tra la maggioranza, in difesa di Piantedosi, e l’opposizione, compatta nel chiederne le dimissioni. Si è ripetuto il canovaccio del 2015, quando la leader dell’opposizione, Giorgia Meloni, chiese l’incriminazione del Governo Renzi per un naufragio in mezzo al mare; ora la sciagura è avvenuta a pochi metri dalla costa.
Sul disastro indaga la Magistratura di Crotone: non sono chiare le responsabilità della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera: perché, di fronte alla impossibilità di agire, per il mare grosso, delle motovedette della Finanza, non sono partiti i più potenti mezzi della Guardia Costiera? Non c’è stata comunicazione reciproca o c’erano altri impedimenti?
È invece positiva la risposta della presidente UE, Ursula von der Leyen, alla richiesta congiunta di Mattarella e Meloni di misure urgenti europee: Bruxelles ha garantito ingenti finanziamenti sui corridoi umanitari, con altre misure nel prossimo Consiglio dei ministri europei, specie per l’accoglienza. Ma per varare il pacchetto è necessaria l’unanimità dei 27 Paesi, compresi quelli del patto di Visegrad, sostenitori dei muri e del filo spinato contro l’immigrazione. Sarà un problema per la Meloni, alla ricerca di una mediazione.
Sul piano politico l’altra questione “forte” è rappresentata al riavvicinamento tra Pd e Pentastellati, con la partecipazione di Conte e della segretaria dem Schlein alla manifestazione antifascista di Firenze, a conferma della svolta a sinistra della nuova leader.
Prodi, il padre dell’Ulivo, si è preoccupato e ha chiesto al Pd di anteporre i programmi alle alleanze, mentre l’ex ministro catto-dem Delrio ha lanciato un avvertimento alla segretaria sui temi della famiglia, temendo una perdita di consensi.
I sondaggi hanno indicato che l’abbraccio con il M5S avvantaggia il Pd, salito di due punti a 19% a scapito di Conte e dell’alleanza Verdi-Sinistra; ma non cambia il rapporto di forza con il centro-destra, al 47% contro il 37% della sinistra. In mezzo, al 10-12%, la galassia centrista con Azione di Calenda, Italia Viva di Renzi, +Europa dei Radicali.
Non mancano i dissensi: i Renziani hanno partecipato alla manifestazione antifascista di Firenze, Calenda l’ha bocciata; Azione propone di dar vita subito al “partito unico”, Renzi prende tempo: secondo i media intende attendere gli sviluppi politici nel Pd. In caso di scissione di una parte dei riformisti, potrebbe re-intestarsi la riedizione dei Popolari, lasciando Calenda e i Radicali.
In ogni caso le tre aree politiche hanno problemi insoluti di notevole rilievo: la maggioranza deve scegliere tra un percorso identitario, di destra, e la ricerca della governabilità, ovvero delle mediazioni; la sinistra, e in particolare il Pd, deve definire un compromesso tra la netta scelta a sinistra e la convivenza interna con i riformisti; i centristi, in un sistema parzialmente maggioritario, sono chiamati a decidere tra una linea di testimonianza, né a destra né a sinistra, e una posizione di possibile convergenza con il Governo.
Il clima politico, tuttavia, si sta surriscaldando, lontano dalla indicazione di una corretta dialettica democratica auspicata dal Quirinale. Molti temi urgenti sono sul tappeto: non solo l’immigrazione ma il fisco, il reddito di cittadinanza, la scuola, la sanità del post-Covid (con una drammatica inchiesta giudiziaria)… e, soprattutto, il conflitto russo-ucraino. Tocca alle forze politiche una scelta di priorità nell’interesse del Paese.