Inopinatamente, una concorrente in una trasmissione televisiva dopo il TG serale ha reso pubblica una sua vicenda personale alla quale ha aggiunto anche la “morale” finale: “non abbiate paura di farvi aiutare”. Il cantante Sangiovanni, ha annunciato un momentaneo ritiro dalle scene per concedersi del tempo alla cura della propria salute mentale dove, presumiamo, ci sarà chi lo aiuterà a prendersi cura di sé.

Avere il coraggio di chiedere aiuto è il primo fondamentale passo verso un processo di guarigione da qualunque stato di malessere. Già, ma a chi, come e perché chiedere aiuto?

Farsi aiutare e lasciarsi aiutare è cruciale per molte ragioni. Innanzitutto permette di condividere il carico delle sfide personali riducendo lo stress e promuovendo il bene emotivo. Farsi aiutare favorisce la costruzione di relazioni solide e fiduciose sia a livello personale che professionale. Non è segno di debolezza ammettere di avere bisogno di qualcuno e di qualcosa; è piuttosto segno di maturità e di consapevolezza dei propri limiti umani. Favorisce la crescita personale, innesca la resilienza.

Per farsi aiutare c’è bisogno di una certa dose di umiltà perché si tratta di riconoscere che nessuno è perfetto e che tutti necessitiamo di supporto, aiuto, accompagnamento in determinati momenti della vita. Accanto all’umiltà ci sta anche un certo grado di apertura mentale che permette di comprendere che non possiamo fare sempre e tutto da soli e che c’è un valore nel ricevere il contributo degli altri.

La nostra vita non prevede sempre la negazione del malessere, che per forza bisogna sempre stare bene e che rivolgendosi a qualcuno si diventa un peso, sentirsi un “accollo”, per dirla alla Zerocalcare, e ritenere che le persone, se non mostrano un’affettività neutra o positiva, rischiano di trasmettere pensieri che non possono essere sopportate o sostenute.

Chiedere aiuto e lasciarsi aiutare è darsi l’opportunità di vedere le cose da prospettive diverse perché gli altri possono offrire punti di vista e soluzioni che da soli possono sfuggirci e, si suppone, saranno più efficaci. In tutto ciò bisogna anche essere coraggiosi per approdare all’aiuto altrui volendo difendersi da un destino che non è il proprio, da valori che non si condividono, da un’esistenza fatta di malesseri che nascondono altri malesseri e che ne nascondono altri ancora all’infinito.

Chiedere aiuto è anche scoprire quanto affetto vero ci può essere attorno a noi, quanta solidarietà, e quante competenze di persone e di professionisti preposti all’ascolto. Altra faccia della stessa medaglia che tratteremo in questa rubrica la prossima settimana, perché tra le cose che spingono a chiedere aiuto è sapere che esistono amici e amiche ma anche e soprattutto figure di riferimento alle quali affidarsi, capaci si immaginare soluzioni durature.