Ci sarebbero anche delle salme che dall’eporediese e dalla bassa Valle d’Aosta sono state portate al Tempio crematorio di Biella: talvolta perché richiesto dai parenti, talvolta per scelta rispetto al servizio offerto. Ce lo dicono alcune delle Imprese Funebri in zona, mentre le famiglie non sembrano ancora informate e non ancora mobilitate circa l’accaduto, per chiedere notizie o assistenza. Da qui, in genere, si va al crematorio di Mappano, Piscina o Aosta.

Ma alle Imprese Funebri è capitato di andare anche a Biella, chi almeno una volta ogni mese, o per soli tre casi negli ultimi mesi, o uno. Cos’è accaduto? Giovedì scorso
all’alba i Carabinieri della Procura della Repubblica di Biella, altri del Nucleo Radiomobile (persino con l’ausilio di un elicottero) sono piombati al Tempio crematorio che si trova sul lato est del Cimitero biellese e ne hanno bloccato l’attività. Dal 20 settembre, infatti, nel più stretto riserbo stavano conducendo un’indagine per verificare le condizioni in cui avveniva la cremazione delle salme.

L’esito della giornata di lavoro dei carabinieri, coordinati dal Procuratore della Repubblica Teresa Angela Camelio, ha portato all’arresto dell’amministratore delegato
della società Socrebi, che negli ultimi anni ha gestito le cremazioni a Biella e in tre regioni (Piemonte, Lombardia e Valle D’Aosta), e di un dipendente, oltreché a mettere i sigilli alla struttura. L’indagine, secondo il Procuratore, ha messo in luce “una lugubre catena di montaggio della morte”, e non è ancora conclusa. Il Tempio funzionava oltre il pieno regime per smaltire quel carico di lavoro, aumentato del 441% nel giro di poco tempo, violando così molti articoli del codice penale, secondo gli inquirenti. Da qui le accuse di distruzione di cadavere, violazione di sepoltura e gestione pericolosa dei rifiuti. Infatti, dalle indagini sarebbe emerso che i corpi venivano bruciati insieme, vi era mescolanza delle ceneri che in alcuni casi venivano poi buttate dentro i contenitori dell’immondizia indifferenziata e raccolti dal servizio
preposto.

La Procura si avvale di filmati e registrazioni usate durante le indagini dalle quali apparirebbe che pure un cane era stato immesso nel ciclo di cremazione. I carabinieri hanno sequestrato anche asce, roncole, pale e mannaie utilizzate per velocizzare i tempi. Infatti il Tempio, per procedere correttamente con le operazioni di cremazione – due ore per bruciare la bara e il cadavere e un’ora per le pulizie dei filtri e lo spegnimento dell’impianto – avrebbe potuto eseguirne al massimo quattro al giorno. Gli investigatori hanno documentato che invece ne avvenivano almeno quindici, deducendo che questo ciclo di lavoro violava una serie di adempimenti di legge.

I 240 chili di ceneri e resti umani sequestrati saranno analizzati dalla dottoressa Cristina Cattaneo, la stessa che aveva lavorato al caso di Yara Gambirasio. Le indagini si stanno volgendo anche verso chi avrebbe chiuso un occhio nella società preposta alla raccolta di rifiuti, per lo smaltimento nell’indifferenziato di resti umani e casse di
zinco, che venivano tolte dal forno per accelerare il processo di cremazione. Per bocca del suo avvocato, l’amministratore della società respinge quanto è contestato dalla
Procura.

Intanto il Codacons di Biella, Gattinara e Vercelli ha ricevuto ad oggi poco meno di 300 richieste di assistenza da parte di familiari di Biella e provincia, e molti dalla
Lombardia (da cui provenivano numerose salme per la cremazione) “per una maxi-querela collettiva e risarcimenti da milioni di euro contro i responsabili della ricorrente dissacrazione dei corpi, pratiche di cremazione cumulative e trattamento irregolare delle ceneri” e anche “contro gli enti pubblici preposti ai controlli”, come si legge nel comunicato dell’associazione dei consumatori. Una cinquantina di richieste di assistenza sono arrivate anche all’avvocato Alessandra Guarini, che sta costituendo un pool investigativo di cui farà parte anche il Generale dei Carabinieri del Ris Luciano Garofano. I familiari, infatti, vogliono sapere se le ceneri ricevute sono quelle dei loro cari, se sono state mischiate o se sono finite nella spazzatura.

carlo maria zorzi