Lorella, in questi giorni sta vivendo momenti di forte impatto emotivo… ha saputo dell’appello del comandante Infante guardando il Tg1 delle 20?

No, né io né mio marito quella sera eravamo davanti alla tv in quanto entrambi fuori casa… sono stati alcuni amici a informarmi telefonicamente subito dopo la messa in onda del servizio: sapevano bene della mia storia e mi hanno riconosciuta nella fotografia. All’epoca aveva solo 8 anni… Cosa ricorda di quei giorni paurosi? Sono stati giorni concitati. Abitavo al primo piano di un condominio con papà, mamma e mio fratello più piccolo. Quel sabato di terrore, il 2 novembre, mio padre era stato chiamato dal direttore della banca, di cui era dipendente, perché la sede era completamente allagata. Ricordo con dolore di aver visto dalla mia cameretta alcune persone attaccate al paraurti di un’auto, probabilmente una 500, di colore rosso e che, tutto d’un tratto, sono state spazzate via dalla furia dell’acqua fangosa… veniva giù di tutto: pietre, alberi, vetri, travi… Nel defluire verso valle il torrente Strona si era portato via ponti, case, fabbriche e vite umane. Ricordo un rombo assordante che echeggiava ovunque… un’altra paura incombeva sulla valle: la diga di Camandona, che fortunatamente non crollò.

Il vostro condominio ha subito danni?

No, ma siamo stati evacuati immediatamente. Mamma prese tutto ciò che poteva: soldi e sacchi di plastica con dentro svariate cose e in braccio aveva mio fratello. In quel periodo stavo male a causa di una displasia all’anca, avevo da poco subito un intervento e non riuscivo a camminare… per questo passavo un po’ in braccio a tutti e, probabilmente, quel carabiniere con cui sono stata fotografata, era venuto a prestarci soccorso.

La sua famiglia si è salvata. C’è qualcuno che conosceva e che non ha più rivisto?

All’inizio chiedevo continuamente di papà perché non lo vedevo più rientrare dalla banca, ma lui stava aiutando i feriti e salvando persone intrappolate nel fango; per questi gesti eroici ricevette l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica. Purtroppo non è più rientrata a scuola la mia compagna di banco, Loretta Piana, una bimba bruna, mingherlina, morta con tutta
la sua famiglia. Un ricordo molto doloroso.

Un’altra forte emozione l’ha vissuta circa 10 anni fa.

Sì, faccio parte dell’Ordine Internazionale degli Anysetiers (un’associazione culturale e benefica che ha come obiettivo lo sviluppo di relazioni amichevoli di natura culturale, sociale e scientifica) e mi sono recata a Roma a un Gran Galà organizzato dall’Ordine stesso. Accanto a me si è seduto il generale dei Carabinieri Gaetano Lucido, che era stato da poco all’Aquila e mi ha raccontato di aver visto di tutto nella vita, ma mai un terrore così grande come quello scorto negli occhi di una bambina che aveva preso in braccio nel 1968 in Valle Mosso. Mi sono scese le lacrime… quella bambina ero io. Sabato 10 novembre sarà proprio il generale Lucido, ormai ultraottantenne, ad accompagnarmi a Valle Mosso, sul palco accanto al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che visiterà il Biellese in occasione della commemorazione dei 50 anni dall’alluvione. Il secondo presidente della Repubblica che avrà l’onore di incontrare… Esatto: il generale Lucido nel 1968 mi aveva fatta imbarcare sull’elicottero con l’allora presidente della Repubblica Giuseppe Saragat di cui, però, non ricordo nulla. L’elicottero si posò a Cossato, poi fui trasportata
all’ospedale “Regina Margherita” di Torino.

Una bella storia a lieto fine!

Già, e con questa mia testimonianza, che dedico a mio padre, vorrei evidenziare la solidarietà, il valore civile e la collaborazione straordinaria che ci sono state nella Valle Mosso durante e dopo la devastante alluvione.

sara martinetti