(Graziella Cortese)
Cinema e teatri saranno gli ultimi ad aprire.
Proprio in questi giorni ricorre il 120° anniversario della nascita di Eduardo de Filippo, un gigante dell’arte teatrale e della recitazione, ma anche grande commediografo: uomo perfezionista e spirito intransigente, chissà cosa avrebbe pensato dell’epoca moderna a distanza di un secolo, con le famiglie in casa ai tempi del Coronavirus.
“L’oro di Napoli” è un film a episodi, tratti dai racconti di Giuseppe Marotta, e “Il professore” ha proprio per protagonista un beffardo e provocatorio Eduardo: nel secondo dopoguerra a Napoli, all’interno di un rione popolare vive don Ersilio Miccio che è musicista, ma nel tempo libero vende saggezza e consigli di buon senso.
I popolani del quartiere si rivolgono a lui per ogni tipo di problema, ed ora è venuto il momento di dare una lezione al Duca Alfonso, ricco e spocchioso nobile della zona; la soluzione migliore è utilizzare un’offesa che è “peggiore della morte”: il pernacchio! Don Ersilio così comincia a istruire i suoi compaesani con una lezione molto dettagliata.
Vittorio De Sica ha raccolto per la pellicola un cast d’eccezione e ha interpretato egli stesso il celebre episodio de “I giocatori” in cui Prospero, nobile napoletano decaduto, si dedica al vizio del gioco cercando di sfuggire alle angherie della moglie.
Dopo aver perso tutto non gli rimane, alla fine, che giocare a carte con Gennarino che è figlio del portiere e ha otto anni… Ma il bambino vince sempre, una partita dopo l’altra, e dopo aver provocato le ire di Prospero che lo accusa di essere un baro, non gli rimane che rispondere “Io so giocare”.
Ma cos’è veramente l’oro di Napoli? Forse la pazienza, la capacità di rialzarsi dopo la sconfitta…
Da ricordare la presenza di Totò e una procace Sophia Loren nell’arte di preparare la pizza: in poche parole si tratta di un vero cult-movie.