Nel pomeriggio di domenica 28 maggio, giorno della Pentecoste, si è svolto il ritrovo del gruppo della pastorale familiare della diocesi di Ivrea presso la Famiglia Monastica Francescana di Lugnacco. Le suore Serena e Valentina hanno calorosamente accolto don Davide Rossetto e una trentina di partecipanti nella loro casa di Lugnacco, nella bassa Val Chiusella immersa tra i boschi di castagni. Nel Monastero (visitabile virtualmente sul sito www.famigliamonasticafrancescana.it , cui si rimanda per ogni contatto) è presente un grande giardino fiorito, una piccola ma accogliente Cappella e un’area per gli ospiti attrezzata con una cucina.

Dopo un momento di confronto e presentazione iniziale, nonostante il tempo incerto e qualche tuono che si faceva sentire in lontananza, il gruppo si è incamminato per i boschi sul sentiero di San Francesco, in direzione dei laghi di Alice Superiore.

È stato bello vedere la modalità con cui le due suore ci hanno accompagnato nella passeggiata: suor Serena in testa al gruppo a indicarci la retta via e suor Valentina in coda a controllare che nessuno venisse dimenticato per strada.

La prima sosta è stata effettuata in un punto panoramico chiamato “La vigna bella” in corrispondenza, appunto, di una piccola vigna privata, affacciata sulla pianura canavesana con una grandiosa vista su Romano, Strambino, fino alle colline di Vialfrè, San Giovanni Canavese e sullo sfondo il castello di Masino.

In questa bella cornice paesaggistica, suor Serena ci ha fatto riflettere sugli aspetti fondamentali del nostro essere cristiani.

La questione è stata posta soffermandosi sui tre principi-base del Cristianesimo che nessuna delle altre religioni al mondo possiede: la Trinità (Dio è Padre Figlio e Spirito Santo) che rende il rapporto con Dio comunione, cioè relazione; l’incarnazione del Figlio di Dio che si è fatto come noi e per noi è morto e risorto; il nostro rapporto di figliolanza con Dio non è solo personale ma avviene anche per mezzo della Chiesa, i sacramenti e in modo più ampio, con la Parrocchia e la Comunità.

Dopo la pausa, la passeggiata è ripresa un po’ più ripida fino ad arrivare all’altopiano di Nonani dove è presente la cappella di San Rocco.

Anche qui con parole semplici ma cariche di empatia, suor Serena ci ha fatto capire come sia normale nella vita di un cristiano, affrontare sfide e difficoltà nei vari ambiti della vita; da quello familiare tra marito e moglie, con i figli piccoli, adolescenti o più grandi, nel lavoro, nel volontariato, in caso di malattia fisica o psichica.

L’importante è avere fede e mettere al centro Gesù che ci ama, ci accompagna, ci ascolta e ci sostiene ogni giorno.

Se Gesù è con noi e noi chiediamo incessantemente il suo aiuto, come ‘premio’ riceviamo la pace. Il concetto di vera pace non è semplicemente rappresentato dall’assenza di guerra e nemmeno dal sentirsi sereni e tranquilli mentre si osserva un bel panorama o come quando si è rilassati sul divano a leggere o quando ci si dedica ad attività o hobby piacevoli… Questa non è pace vera, è semmai una sensazione di tranquillità e serenità che pure deve esserci nelle nostre vite, ma la Vera Pace è quella che ci permette di affrontare le sfide più dure sempre però illuminati dalla speranza e fiducia nel domani e nell’umanità”, ha detto.

Rigenerati da queste belle parole, visto che i tuoni si facevano sentire sempre più vicini, suor Serena ci ha guidati per una ripida scorciatoia e ci ha fatto raggiungere velocemente il Monastero.

In pochi minuti, con l’aiuto di tutti, è stato allestito all’aperto nel giardino l’altare dove don Davide ha celebrato la Messa.

Le letture e il Vangelo della domenica di Pentecoste hanno permesso di riflettere sul significato profondo che lo Spirito Santo ha nelle nostre vite. Come ha detto Suor Serena, ognuno di noi è “inzuppato” di Spirito Santo e questo ci permette di essere sempre in contatto con Dio.

Se riuscissimo veramente a capire quanto è grande e potente il dono dello Spirito Santo, la nostra anima e il nostro cuore sarebbero in festa ogni giorno e potremmo contenere a stento la grande gioia, felicità e pace che avremmo dentro di noi.

Il pomeriggio si è concluso con una merenda condivisa e i ragazzi che giocavano nel prato del Monastero.

A fine banchetto una foto di gruppo con lo sfondo del campanile e delle nuvole minacciose che hanno iniziato a far cadere le prime gocce di pioggia proprio durante i saluti e l’arrivederci al prossimo anno Pastorale!

Paolo Bertotti

Redazione Web