(Filippo Ciantia)
Ci lega un’antica amicizia, nata per caso in terra d’Africa, nel suo cuore insanguinato, durante i conflitti che hanno afflitto e ancora turbano i popoli della regione dei Grandi Laghi.
Siamo stati lontani per molti anni, ma quando ci siamo rivisti, pochi giorni fa, sembrava fossimo stati insieme ancor più strettamente: nelle poche ore di una domenica fredda, ma con il cielo terso e luminoso, emergeva naturale un “comune sentire” ed una stima vicendevole nell’affrontare nuove sfide in Italia, tra crescente povertà e impegno per un’informazione sincera e approfondita.
Mi ha fatto prima visitare il negozio, gestito dalla moglie, di prodotti etnici, soprattutto africani e sudamericani.
Che meraviglia i colori vivaci delle stoffe e gli odori delle spezie!
A pranzo, mentre gustavo una pizza, straordinaria per sapore e cottura, ecco il cameriere che ci chiede di ordinare il dolce. Il giovane enuncia rapidamente le otto varietà che ci può offrire. Visto che non ci orientiamo, le elenca in ordine decrescente dall’ultima alla prima. Persistendo la nostra esitazione, si rivolge al mio amico e gli propone una alternativa, certo dei suoi gusti. Poi aggiunge, guardandomi: “Ci conosciamo bene: è già venuto varie volte qui da noi.” Un piccolo silenzio “Lui mi ha salvato la vita!”
Rimango incuriosito dall’affermazione e, alla fine del pranzo, lo vado a cercare, chiedendogli cosa intendeva dire. “Mi ha letteralmente salvato la vita. Io sono andato all’estero a cercare fortuna, perché volevo fuggire da una situazione insostenibile. Quando, dopo alcuni mesi, sono tornato senza aver combinato granché, non avevo più nulla, né casa, né lavoro, né amicizie, né soldi. Solo lui mi ha aiutato e mi ha dato una possibilità, trovandomi un alloggio e offrendomi la sua saggezza. Così oggi sono qui: devo tutto a lui: mi ha salvato!”
Cristo non ha mani, ha soltanto le nostre mani, per fare oggi il suo lavoro.
Cristo non ha piedi, ha soltanto i nostri piedi, per guidare gli uomini, sui suoi sentieri.
Cristo non ha labbra, ha soltanto le nostre labbra, per raccontare di sé agli uomini di oggi.
Cristo non ha mezzi, ha soltanto il nostro aiuto, per condurre gli uomini a sé oggi.
Noi siamo l’unica Bibbia, che i popoli leggono ancora, siamo l’ultimo messaggio di Dio scritto in opere e parole.
(Raoul Follereau)