Se la pioggia caduta nei giorni scorsi ha dilavato tutto il paesaggio facendogli riacquistare un colore molto più deciso e brillante, l’alta pressione ha innescato la primavera facendoci godere di vedute spaziali delle Alpi innevate, dal Monviso al Resegone e anche più in là, sotto un sole meraviglioso.
A Ivrea sul Lungo Dora è esplosa al fioritura dei prunus e le acque del fiume sembrano ancora più blu.Sono riuscite fuori anche le lucertole (notizia proveniente da Mazzè). Alla ex regia Mandria di Chivasso i fabbricati settecenteschi si stagliano sul panorama tra le Alpi e le colline del Monferrato e la piazza dell’abbeveratoio restituisce la luce della primavera.
Scendendo poi a Rondissone, con la strada provinciale numero 11 attraversiamo la Dora Baltea (non così gonfia d’acqua) sul ponte napoleonico dalle 7 arcate e risaliamo le colline della morena di sponda sinistra del fiume fino alla Rocca, frazione di Villareggia. Sotto di noi la valle della Dora si apre tra il verde che inizia a muoversi al richiamo primaverile, dominata a occidente dal castello di Mazzè e solcata nel fondo non da strade, ma da vie d’acqua che luccicano d’argento. Oltrepassiamo due corsi d’acqua artificiali: uno è il canale Depretis, che già era lì dal 1785 quando si chiamava “di Cigliano”; l’altro, più in alto, è una vecchia conoscenza eporediese perché quello è il punto, a circa 25 km dalla città, in cui il Naviglio di Ivrea esce dall’anfiteatro morenico del Canavese e si butta nella grande piana vercellese.
Risaliamo verso Villareggia lungo la provinciale 88 non senza scorgere i resti del grande quadrilatero, un vecchio campo fortificato della campagna del 1859, quando fin lì erano arrivate le avanguardie austriache. Entriamo a Villareggia e ci innestiamo sulla provinciale numero 595 direzione est e, alla grande struttura del santuario del Trompone, deviamo a nord per Moncrivello. Qui, in cima alla collina, la vista panoramica è sul Vercellese e sulla Lombardia, pianure e montagne con cime innevate all’ombra della torre del castello.
Sorge una domanda: con tutta la pioggia venuta giù dal cielo plumbeo dei giorni scorsi perché la Dora Baltea non ha nemmeno un accenno apparente di ingrossamento? Dov’è finita l’acqua caduta? Controlliamo il sito dell’ARPA Piemonte che è in gran parte in aggiornamento, ma troviamo un dato interessante relativo al lago di Viverone, misurato alla stazione idrometrica di Piverone: il diagramma nell’intervallo dal 7 al 13 marzo segnala un innalzamento del livello dell’acqua di ben 21 centimetri.
Mentre andiamo alla ricerca di altre informazioni, un imponente servizio sulle precipitazioni lo offre il sito “FunghiMagazine, il sito web-log più letto in Italia” che apre con l’articolo: “Un mese di febbraio particolarmente generoso di funghi” e qui troviamo le mappe delle precipitazioni – abbondanti – giorno per giorno.
Ma allora l’acqua nella Dora Baltea? Dovrò calcolarmi in autonomia quanta acqua viene sottratta per altri scopi ai fiumi del Canavese…