(di Fabrizio Dassano)
Domenica sono andato al lago di Viverone, che è e resta una delle mie mète preferite. Non ho potuto non notare come il livello dell’acqua sia sempre più basso e per la prima volta, ciò che da anni ho visto in televisione come grido d’allarme sul clima, si è materializzato davanti ai miei occhi. Ho letto da qualche parte che per cambiare l’acqua del lago ci vogliono 8 anni per via delle ridotte acque sorgive che lentamente dal fondo lo alimentano.
Se è vera l’interpretazione pervenutaci, tutto l’anfiteatro morenico doveva essere un tempo un gran lago: lo storiografo Strabone lo descriveva abitato tutto intorno dai Salassi. Ancora nel 1870 il Bertolotti citava il mitico “Sapello del muro”, quel taglio sotto il castello di Mazzè che aveva svuotato il gran lago lasciando solamente i laghi di Viverone e di Candia.
Percorrendo quel tratto in canoa, come mi è successo di fare alcuni anni fa, si ha la percezione di navigare attraverso un canyon solcato dalla Dora Baltea. Non sappiamo se ciò sia frutto della naturale erosione o di un proditorio intervento romano come avvenne altrove: ad esempio la Cascata delle Marmore, un salto artificiale che risale al 271 a.C. quando il console romano Manio Curio Dentato ordinò la costruzione di un canale per far defluire le acque stagnanti del Velino verso il Nera, deviando il corso del fiume e formando appunto la Cascata. Il canale era stato reso necessario dai gravi problemi creati dal passaggio del Velino nella pianura Reatina, la cui particolare conformazione del terreno creava una palude stagnante pericolosa per la popolazione residente.
Se già nell’antichità l’intervento dell’uomo determinava il cambiamento del pianeta, oggi figuriamoci dove siamo arrivati…
Il problema è forse la vita troppo corta, sottodimensionata al potere finanziario che pochi uomini detengono nelle proprie mani. Un petroliere, ad esempio, in una vita media attiva di 50 anni, riesce a infierire dei colpi mortali all’ambiente, coadiuvato da quei poveracci che comprano i suoi idrocarburi per andare a lavorare, a spasso, a fare gli acquisti, i piccoli o i grandi viaggi delle vacanze. Oppure si è dato troppo potere al danaro: l’interesse finanziario si scontra con l’interesse del clima e del pianeta. Insomma è un gran pasticcio! Eppure l’abbassamento del livello del lago di Viverone mi ha fatto paura. Magari è lo stesso del fiume Po, e analoghi se non maggiori problemi si verificano nel resto del pianeta… ma quelli li ho visti solo in televisione.
Ricordo anche qualche anno fa di essere finito su un ex ghiacciaio in Alta Valle Susa. C’era una fotografia di trent’anni prima: l’hotel con lo skilift e tanta gente che sciava negli anni ’50 con il sorriso dell’Italia del Piano Marshall. Allora, invece, io mi trovavo di fronte ad una pietraia d’alta quota con dei ruderi di costruzione. Guardando quella vecchia fotografia mi veniva in mente l’Overlook Hotel immaginato da Stanley Kubrick in “Shining”. Mi percorse un brivido. Ero al vecchio albergo distrutto del Colle del Sommeiller a 3mila metri di quota, dopo aver percorso una lunghissima “death valley” spettacolare partendo da Bardonecchia.
Niente di nuovo, dunque. Ma il livello dell’acqua a Viverone resta davvero molto basso.