(elisa moro) – “O Rosario benedetto di Maria, catena dolce che ci rannodi a Dio”: così recita la Supplica in onore del Regina del Santo Rosario, festeggiata liturgicamente il 7 ottobre e tanto cara al popolo cristiano, che, da sempre, vede nella preghiera del Rosario una delle forme di devozione più diffuse nella pietà popolare.
La festa del Rosario fu istituita dal Papa domenicano San Pio V, di origini piemontesi, in ricordo della vittoria riportata sul mare prospiciente Lepanto (Grecia) sulla flotta Turca, il 7 ottobre 1571.
Infatti i musulmani, nel secolo XVI, dopo avere occupato Costantinopoli, Belgrado e Rodi, minacciavano l’intera cristianità, già minata al suo interno dal clima di divisione e lacerazione creato dalla riforma luterana.
Anche se l’annuncio dell’avvenuta vittoria giungerà a Roma ventitrè giorni dopo, si narra che proprio il 7 ottobre, appena conclusa la battaglia, Pio V ebbe in visione il trionfo dell’armata cristiana nell’ora di mezzogiorno, per intercessione di Maria, annunciando “sono le dodici, suonate le campane – tradizione tutt’ora presente – abbiamo vinto a Lepanto per intercessione della Vergine Santissima”.
Alla Regina delle vittorie il popolo cristiano si è quindi sempre affidato, chiedendo e ottenendo le grazie necessarie, ma anche eleggendola come “bussola” e “stella” nel cammino stesso di fede.
È lo stesso San Giovanni Paolo II, nel libro autobiografico “Dono e Mistero” a richiamare un episodio legato alla sua nota spiritualità mariana: “Ci fu un momento in cui misi in qualche modo in discussione il mio culto per Maria ritenendo che esso, dilatandosi eccessivamente, finisse per compromettere la supremazia del culto dovuto a Cristo. Mi venne allora in aiuto il libro di San Luigi Maria Grignon de Montfort che porta il titolo di Trattato della vera devozione alla Santa Vergine“.
Fu così che il Papa si rese conto che non solo “Maria ci conduce a Cristo“, ma “che anche Cristo ci conduce a sua Madre” (Dono e Mistero, pp. 37-38).
Proprio volgendo lo sguardo a Maria, la Parrocchia della Cattedrale di Ivrea, sotto la guida del nuovo Parroco, Padre Samuele Menini, con un nutrito gruppo di fedeli, ha deciso, nella centralissima chiesa di Sant’Ulderico, di solennizzare la festa del Santo Rosario in modo speciale.
A conclusione di un triduo di preghiera, è stata benedetta, in piazza di Città, una nuova statua – dedicata a Maria Regina della Pace – e celebrata, alle ore 21, la Santa Messa solenne, presieduta dal Vescovo, Mons. Edoardo Aldo Cerrato, nel XI° anniversario del suo ingresso in Diocesi e concelebrata dal parroco, da Don Graziano e Padre Andrea Plichero.
Grande partecipazione a questo momento di vita ecclesiale, che ha visto la presenza di alcuni gruppi di preghiera, ma anche di molti fedeli, di Ivrea e non solo, di tutte le età, a sottolineare il profondo sentimento mariano che pervade la Diocesi, mostrando una particolare sensibilità al titolo con cui si invoca la Vergine, come “Regina della Pace”, ultima tra le litanie lauretane, ma certo non per importanza e, come purtroppo ben si può vedere, sempre, ma soprattutto in questi giorni, quanto mai attuale e preziosa.
“Ripetendo lungo il Rosario il saluto dell’angelo e di Elisabetta” – ha ricordato Mons. Vescovo – “è il Signore Gesù che noi contempliamo per contemplare ciò che ha compiuto e compie per noi”.
Il Rosario conduce a Cristo, alla contemplazione profonda della Sua esistenza, prendendo per mano ogni fedele in un cammino evangelico.
Come ricorda la Lettera Apostolica diSan Giovanni Paolo II, “Rosarium Virginis Mariae”
(che si può leggere integralmente, cliccando qui):
“Il Rosario …è preghiera dal cuore cristologico. Nella sobrietà dei suoi elementi, concentra in sé la profondità dell’intero messaggio evangelico, di cui è quasi un compendio. In esso riecheggia la preghiera di Maria, il suo perenne Magnificat per l’opera dell’Incarnazione redentrice iniziata nel suo grembo verginale. Con esso il popolo cristiano si mette alla scuola di Maria, per lasciarsi introdurre alla contemplazione della bellezza del volto del Cristo” (n°1), autentica pace per il cuore inquieto dell’uomo, trasformandolo e conformandolo sempre più in Lui e nel Suo messaggio d’amore”.
L’invito è allora quello di non trascurare la recita del Santo Rosario, specialmente nel mese di ottobre, sapendo che Maria, potente avvocata presso il Padre, accoglie le suppliche di ogni figlio con materno amore che invoca il suo nome e il suo patrocinio, come ricorda San Giovanni Damasceno, in un bellissimo passo: “anche oggi ti restiamo vicini, o Sovrana; sì lo ripeto, Sovrana, Madre di Dio e Vergine, legando le nostre anime alla tua speranza, come ad un’ancora saldissima e del tutto invincibile… Volgi lo sguardo verso di noi, nobile sovrana, Madre del buon Sovrano; governa e dirigi quel che ci riguarda a tua discrezione, guidandoci al porto senza tempeste della divina volontà”.