(Graziella Cortese)
Jack London era uno scrittore dal carattere irrequieto e controverso: si scagliava contro le ingiustizie e le sue opere dimostrano spesso la critica contro il materialismo dell’epoca (a cavallo tra ‘800 e ‘900) e contro i cambiamenti economici del capitalismo che si stava imponendo. “Martin Eden” è il libro che meglio racconta la spinta ideale dell’autore, grazie ai molti spunti autobiografici.
Il regista Pietro Marcello ha deciso di trasferire il racconto americano a Napoli, città nuovamente protagonista del cinema italiano, e di sottolineare così l’universalità di una storia ancora oggi molto attuale.
Martin è un giovane marinaio di umili origini che un giorno salva un ragazzo, Arturo Orsini, da un violento pestaggio. Il giovane Orsini appartiene a una ricca famiglia industriale borghese e, per riconoscenza, invita il suo salvatore a casa. Qui Martin conosce i familiari di Arturo e in particolare rimane colpito dalla sorella Elena: tra i due è amore a prima vista… La ragazza è bella e colta e per Martin diventa il sogno da raggiungere, l’aspirazione che lo porta a cambiare vita. Decide di studiare assiduamente e di diventare scrittore, anche se gli inizi sono molto duri… il suo animo battagliero e il suo talento portano Martin a riflettere sulla condizione umana: conosce il vecchio intellettuale Russ Brissenden che lo avvicina ai circoli socialisti e lo fa riflettere sui valori umani della libertà spingendolo a lottare per i più deboli. Il riscatto attraverso la cultura è il tema principale dell’opera, per Martin Eden però rappresenta anche una sofferenza poiché diventa il tradimento della classe sociale di appartenenza.
La pellicola testimonia la consacrazione di Luca Marinelli: grazie a questo ruolo ha vinto la Coppa Volpi a Venezia e ne disegna un percorso professionale completo; dagli esordi nel film di Virzì “Tutti i santi giorni” fino all’interpretazione di Fabrizio de Andrè per la televisione.