Riportiamo qui di seguito il messaggio che il vescovo eletto di Biella monsignor Roberto Farinella ha trasmesso attraverso un video registrato sulla terrazza dell’ex Seminario adiacente la chiesa di San Maurizio a Ivrea e diffuso nel corso della conferenza-stampa di presentazione della cerimonia di ordinazione episcopale, svoltasi ieri nella sala-stampa allestita in Vescovado.

Desidero esprimere tutto il mio apprezzamento e la mia gratitudine a quanti sono impegnati ormai da diversi giorni per predisporre al meglio lo svolgimento della liturgia dell’ordinazione episcopale in tutti
i suoi aspetti ecclesiali, liturgici e logistici. Mi rendo conto è davvero un’impresa notevole! Ringrazio il Vescovo monsignor Edoardo con tutto il gruppo di lavoro diocesano e i vari intermediari presso il comune e le forze dell’ordine e varie altre componenti del servizio.
Siamo consapevoli che è importante offrire una buona accoglienza alle persone che verranno a Ivrea dalla Diocesi, da Biella, o da altre parti sabato per la liturgia dell’Ordine e che ho davvero il piacere di incontrare e di avere vicino.

Ritengo un dono grande che la celebrazione avvenga nella Chiesa cattedrale di Ivrea. Per una bella tradizione nella nostra regione pastorale è abitudine che all’ordinazione episcopale partecipino tutti i vescovi. Ho chiesto che il Rito dell’ordinazione episcopale sia presieduto da monsignor Edoardo Cerrato, celebrante principale, il Vescovo di Ivrea, la mia chiesa di origine, formazione e servizio pastorale e vicino a lui come vescovi conconsacranti monsignor Gabriele Mana, al quale succedo nel servizio episcopale a Biella e al quale esprimo il mio affetto filiale e il mio grazie per il suo lavoro e per la premura nei miei confronti e monsignor Luigi Bettazzi che è il Vescovo emerito di Ivrea che proprio 24 anni fa come oggi mi ha ordinato sacerdote, a Castellamonte la mia parrocchia di origine.

Ci troviamo nella chiesa di San Maurizio, nel cortile di quello che è stato il nostro Seminario: qui sono stato seminarista e poi rettore. Questo luogo è importante perché il Seminario qui ha funzionato per oltre venticinque anni. Ma essere in questi luoghi per me non è solo avere dei ricordi ma anche pensare come la vita della Chiesa continua ora con la presenza di una comunità di sacerdoti dell’Oratorio in formazione di San Filippo Neri, che svolgono il loro ministero per la parrocchia, per la Diocesi e per la scuola. In questi giorni anche per la preparazione dell’ordinazione.

Questa sera (ieri, ndr) celebro a San Maurizio la Santa Messa di ringraziamento per i 24 anni di ordinazione sacerdotale. E non trovo parole più belle che diceva il Santo Papa Giovanni Paolo II: “Questo è un tempo meraviglioso per essere prete!”. Certo, quelli che viviamo sono tempi forti che esigono di vivere in pienezza la bellezza del ministero. I sentimenti con i quali mi preparo sono quelli che Papa Francesco ci diceva nell’udienza concessa ai vescovi nominati nell’ultimo anno: “Non lasciatevi tentare da profezie di sciagure, perché quello che conta veramente è perseverare impedendo
che si raffreddi l’amore e tenendo alto e levato il capo verso il Signore, perché la Chiesa non è nostra, ma è di Dio!”. “Lui c’era prima di noi e ci sarà dopo di noi! – ha proseguito – Il destino della Chiesa, del piccolo gregge, è vittoriosamente nascosto nella croce del Figlio di Dio. I nostri nomi sono scolpiti nel suo cuore; la nostra sorte è nelle sue mani”. “Cristo sia la vostra gioia, il Vangelo sia il vostro nutrimento. Tenete fisso il vostro sguardo solo sul Signore Gesù e, abituandovi alla sua luce, sappiate cercarla incessantemente anche dove essa si rifrange, sia pure attraverso umili bagliori. Là, nelle famiglie delle vostre comunità, dove, nella pazienza tenace e nella generosità anonima, il dono della vita viene cullato e nutrito. Là, dove sussiste nei cuori la fragile ma indistruttibile certezza che la verità prevale, che amare non è vano, che il perdono ha il potere di cambiare e di riconciliare, che l’unità vince sempre la divisione, che il coraggio di dimenticare se stessi per il bene dell’altro è più appagante del primato intangibile dell’io. Là, dove tanti consacrati e ministri di Dio, nella silenziosa dedizione di sé, perseverano incuranti del fatto che il bene spesso non fa rumore, non è tema dei blog né arriva sulle prime pagine. Essi continuano a credere e a predicare con coraggio il Vangelo della grazia e della misericordia a uomini assetati di ragioni per vivere, per sperare e per amare.

Non si spaventano davanti alle ferite della carne di Cristo, sempre inferte dal peccato e non di
rado dai figli della Chiesa”.

Roberto
vescovo eletto di Biella