IVREA – “Un cuore che arde!” è il tema proposto quest’anno per la quaresima di fraternità, cui il Centro Missionario Diocesano di Ivrea aderisce come sempre, allo scopo di far conoscere e sostenere le attività missionarie della Chiesa cattolica.

Prima di addentrarci nel tema della Quaresima 2024, vogliamo condividere alcune foto (che potete vedere inquadrando il QRcode qui a lato) della visita e dell’accoglienza riservata ai nostri missionari che recentemente sono stati in Guinea Bissau nelle Comunità della Diocesi di Bafatà, seconda città del Paese, capoluogo del settore e della regione omonima, con un’area urbana che conta circa 25mila abitanti, lungo la sponda sinistra del fiume Geba. Don Josè Bergesio, oggi parroco a San Giovanni di Ivrea, era stato là dal 2005 al 2013 come missionario fidei donum; anche don Gianni Giachino e Felice Oberto le avevano visitate più volte. Ora tutti e tre insieme sono ritornati per ricominciare una presenza missionaria. Colpiscono positivamente gli abbracci e le feste che hanno ricevuto e le immagini che proponiamo sono ricche di gioia e di affetto spontanei.

Tra i tanti motivi per cui si va nelle comunità del mondo uno è proprio quello di non perdere la gioia degli incontri fraterni. Per gli operatori che si occupano della missione la Quaresima è una antenna alzata verso il cielo per captare voci e suoni, implorazioni e situazioni che provengono da mondi diversi dai nostri: mondi solo a prima vista più “semplici”. Occorre non farsi ingannare da impressioni superficiali: i turisti non captano tutti i canali che trasmettono la sofferenza delle genti. La missione capta situazioni e realtà che la gente non vuole vedere e incontrare: di qui la prima difficoltà che si incontra verso il mondo missionario.

Dobbiamo aiutare a superare le prime ritrosie: parliamo di una missione che innanzitutto è interessata a seminare la Parola di Dio. Per farlo i missionari devono imparare la lingua e la cultura dei popoli cui si rivolgono. In questo modo riescono a comunicare e ad ascoltare voci e storie di vita quotidiana e sovente cariche di dolore. Certo la Parola di Dio apre sempre spazi di fiducia. Gli sguardi si incontrano: i missionari vedono gli occhi dei piccoli e dei poveri, capiscono le necessità più urgenti, quelle che possono far fronte alle ingiustizie più crudeli. Cominciano a fare piccoli progetti e costruiscono case, asili, scuole, dispensari, chiese… Non basta solo costruire: l’opera missionaria è opera di evangelizzazione, formazione e dedizione.

I contributi che il Centro Missionario Diocesano darà in questa Quaresima di fraternità andranno a sostenere grandi idee, concretizzate sovente in piccoli spazi. La missione vive infatti dove ci sono cuori grandi che vedono orizzonti sconfinati. Se un giorno capiterà di andare a vedere le opere realizzate nelle missioni, vedrete che esse sono piccole. È la logica cristiana quella di non realizzare cose grandi: le cose grandi le fa Dio, dice il Magnificat. Noi siamo piccoli, facciamo cose minuscole. Piccoli segni di buona volontà destinati ad essere piantati su terreni difficili e a volte aridi.

Eppure la missione è animata da “Un cuore che arde!”. Come il roveto visto da Mosè, la missione arde senza consumarsi. Tutti gli anni accende il nostro cuore!

Con questa fiducia animiamo la Quaresima di fraternità del 2024; vi ringraziamo per quanto farete, per il vostro impegno costante e vigoroso, necessario a portare il Vangelo di Gesù. Buona Quaresima.

don matteo somà, direttore cmd