Tra fine novembre e prima metà di dicembre il paese è stato scosso da alcuni lutti particolarmente dolorosi e condivisi.
L’ultimo in ordine di tempo, e quello più scioccante in considerazione della giovane età del defunto, risale a mercoledì della scorsa settimana: a soli 41 anni, per un improvviso malore che l’ha colto mentre era nella propria abitazione, è mancato Simone Debernardi; immediato il soccorso del 118 e il trasporto in ospedale, ma a nulla sono valsi gli sforzi dei medici per rianimarlo. Agente assicurativo, lascia un figlio di 14 anni appena.
Aveva il suo studio in piazza, proprio di fianco al bar gestito dalla sorella Ilaria e dai genitori Claudia e Giuseppe.
La famiglia, in precedenza, aveva gestito il ristorante-bar della Boccioila.
Di Simone colpivano la dedizione al suo paese e l’umiltà con cui portava avanti questo impegno.
È stato tra i promotori dell’Aicap, l’associazione di artigiani e commercianti locali, e del gruppo di Protezione civile.
Chiamato a far parte della lista dell’attuale sindaco Giovanni Ponchia, nel precedente mandato amministrativo è stato assessore ad agricoltura, commercio e attività produttive, e in quello attuale consigliere con le stesse deleghe.
Sempre pronto a mettersi in gioco, in tanti lo ricordano – ma è solo un esempio – sulle stradine di campagna a lavorare in prima persona alla loro sistemazione, insieme alle ditte incaricate.
Persona mai sopra le righe, ha sempre preferito cercare soluzioni piuttosto che alimentare polemiche.
Davvero affranto il sindaco Giovanni Ponchia: “È probabilmente la cosa più dolorosa che io abbia dovuto fare in questi nove anni da sindaco: ricordare un consigliere, un padre, un amico, una persona speciale… Una persona di grande sensibilità, dal cuore buono e profonda[1]mente innamorato del suo paese. Il tuo ottimismo e la caparbietà che ci mettevi nel ‘voler bene’ a Monta[1]naro mi hanno sempre sostenuto, sono stati preziosi, perché la tua voce era quella dei montanaresi…”.
Doti, quelle di Debernardi, che gli sono state riconosciute anche dai consiglieri di opposizione di IdeaMontanaro: “Troppo presto ci lascia una persona che, in modo disinteressato e con estrema passione, ha condiviso il comune interesse per il suo paese e la sua comunità. Ciao Simo…”.
Nelle settimane precedenti, invece, il paese aveva dato l’addio a due luminose figure femminili, conosciute, amate e stimate da tutti.
La prima a lasciarci era stata Dina Ellena, Dina “dal Cudin”, che si è spenta all’età di 82 anni.
Esponente di una delle ultime, storiche famiglie contadine del paese, ha sempre lavorato la terra a fianco del marito Franco, senza mai scordare di impegnarsi per la collettività, per il suo paese.
Di carattere gioviale, vulcanica vorremmo dire, Dina amava l’allegria e le feste: in tanti la ricordano come animatrice del carnevale, la prima (anche in età non più giovanissima…) a fare “chiasso” e a trascinare gli altri nella baldoria.
Soprattutto è stata l’anima del borgo Loreto, impegnatissima a organizzarne i festeggiamenti in estate, mettendo anche a disposizione il grande capannone agricolo della famiglia come location, e curando tutto l’anno la bella chiesa rionale.
Era anche la “custode” storica delle “carità”, i tradizionali coni infiorati e infiocchettati che le ragazze portano in testa durante la processione nel giorno della festa.
Oltre al marito Franco, Dina ha lasciato i figli Piergiorgio, Daniela e Livia con le rispettive famiglie.
E qualche giorno dopo ha lasciato i suoi cari e la comunità montanarese anche Elvia Clara, 95 anni.
Storica impiegata del Comune, aveva acquisito negli anni una competenza tale da renderla indispensabile per chiunque si insediasse alla guida amministrativa del paese.
Nel campo del volontariato ha fornito il suo importante contributo, fin dagli esordi, a Gruppo Missionario e Avulss, oltre che a numerose altre attività della parrocchia.
Ma ciò che l’ha contraddistinta è stato certamente l’impegno in ambito culturale: studiosa profondamente innamorata della storia locale, ha messo le sue competenze e la sua pazienza al servizio di un imponente lavoro di archiviazione, impegnandosi in approfondite ricerche stori[1]che, da cui sono derivati alcuni preziosi scritti divulga[1]tivi come quello sulla regimazione delle acque del paese o quello sui caduti della Seconda Guerra Mondiale di Montanaro. Gianni Cecco, che aveva avuto modo di apprezzarne le qualità nei suoi trascorsi come consigliere comunale, e successivamente come appassionato di storia locale, ne ricorda la bontà d’animo e la disponibilità a condividere con chiunque glielo domandasse le conoscenze di cui “era fonte inesauribile”.
E lo stesso sindaco Ponchia ricorda “quante volte le abbiamo chiesto notizie storiche, burocratiche, amministrative. Era una preziosa risorsa per tutti noi, ma soprattutto è stata un esempio di passione, umiltà e competenza nel lavoro”.
Elvia ha avuto sempre a fianco il fratello Aldo, nipoti e parenti.
m.s.
Redazione Web