Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo ricordo di Suor Imelda (al secolo Lidia Prono) della congregazione Figlie di Carità della SS. Annunziata di Montanaro, tornata alla casa del padre il 27 novembre scorso all’età di 96 anni.
Rammento bene quando, cinquant’anni fa, ti ho incontrata a Torino nella scuola dell’Infanzia “Suor Tarcisia Ponchia”: allora le suore erano otto e coprivano le necessità dell’istituzione in modo completo.
La tua presenza era importante quanto la tua statura che sovrastava su tutta la comunità educante tanto che, quando prendevi in braccio qualche piccolo allievo che necessitava di un’attenzione particolare, vuoi per il distacco dalla mamma o perché il lungo corridoio non ricordava le pareti domestiche, noi bonariamente ti chiamavamo “nostra Signora” pensando alle proporzioni simili alla statua che stava nella chiesa parrocchiale di Nostra Signora del SS. Sacramento, appena edificata.
Forte e generosa sceglievi d’istinto le parti più pesanti del servizio e noi tutte apprezzavamo la tua disponibilità sia nella scuola come nella pastorale parrocchiale.
Dopo qualche anno, sei passata in varie case della congregazione (Torino, Murisengo, San Bernardo d’Ivrea, Frassinetto, in Svizzera a Schinznach Bad, Occhieppo Superiore e Fiario, Torrazza, Cortanze, Rueglio) fino a quando la malattia non ti ha fermato, prima in carrozzella e poi a letto per oltre vent’anni.
Avevi per la tua famiglia d’origine un forte legame e, in ogni occasione d’incontro, ti informavi della salute di tutti, del loro lavoro ma anche ricordavi loro l’importanza della vita cristiana.
In questi lunghi anni, la tua presenza e la tua preghiera sono state di prezioso sostegno alle fatiche delle tue consorelle: ci accoglievi sempre sorridente e sentivamo che facevi parte attiva della nostra comunità, nonostante i limiti imposti dalle tue condizioni di salute. Hai dimostrato tenerissima riconoscenza per l’assistenza, dispiaciuta soltanto di disturbare per la malattia che sembrava interminabile.
Hai atteso a lungo la venuta del Signore e Lui ti ha chiamata proprio nella prima domenica di Avvento, tempo di attesa del Natale.
Tu, giovanissima, lo avevi già incontrato e nella tua lunga vita religiosa l’hai seguito e testimoniato, con la capacità di vegliare nell’attesa dell’ultimo incontro.
Mi piace pensarti tra le vergini prudenti che, con la lampada accesa (Mt 25,1-13) attendono il loro Signore.
Tutta la tua comunità ti augura felice eternità.
Suor Nazarena
Redazione Web