(elisabetta acide) – Fede, devozione tradizione, musica, e fuochi d’artificiali si intrecciano a Noasca in Valle Orco per la Festa di Maria Assunta in cielo.
Festa particolarmente cara nella Chiesa Parrocchiale dedicata a Maria con il titolo di Assunta in cielo.
La Festa patronale non è solo “festa”; l’antica tradizione della Chiesa dei primi cristiani (IV secolo), riservava particolare ricordo per i propri santi e martiri e li poneva nelle città, a “protezione”.
I santi, infatti erano segno di “civiltà” e modelli per la comunità, modelli alla “vita santa”.
E Maria, madre di Cristo, con i diversi titoli in cui è ricordata, è “patrona” di numerose comunità come testimonianza di espressione di fede, pietà popolare, teologia dogmatica, devozione… Maria, è esempio di “virtù cristiana”.
Se andiamo a ricercare nel dizionario la definizione, leggiamo: “Nella liturgia cattolica il patrono è il santo o la santa che una regione, diocesi, città, comunità religiosa o altro gruppo di fedeli onora con speciale culto quale particolare intercessore e protettore presso Dio” (Treccani). Ancor meglio specifica Cathopedia: “Il santo patrono è un santo alla quale la Chiesa affida la protezione …”. E prosegue: “Tradizionalmente i fedeli … si rivolgono al proprio santo patrono tramite preghiere od offerte votive al fine di ottenere l’intercessione del santo in proprio o altrui favore.” (Cathopedia).
Lo specifica anche il nome dal latino patronus (protettore) da pater (padre), di antica tradizione romana, “mutuata” dal cristianesimo, tanto che, fino al 1630, la scelta dei santi patroni di luoghi, era operata dalla Chiesa e dalle istituzioni civili.
Con il Decretum super electione sanctorum in patronos di papa Urbano VIII (23 marzo 1630), Ordinario Diocesano e clero, proponevano alla Congregazione dei riti, l’analisi dell’attribuzione del titolo di patrono ad un luogo.
Con Paolo VI nel 1973 (Normae de patronis constituendis del 19 marzo), si semplificano le procedure, ma la “logica” rimane invariata.
Bella questa “logica” dove “patrono” e “protettore” sono sinonimi.
Se ritorniamo al significato originario del termine in epoca romana, dove per concetto giuridico il “patronato” rimandava a patrono come “capo di una famiglia gloriosa”, attorno al quale si riunivano i cittadini per essere difesi contro la violenza ed il sopruso, acquista un significato ancora più bello, l’affidamento alla protezione dei santi e di Maria, quali “intercessori” presso Dio.
Maria Assunta in cielo, patrona della Diocesi di Ivrea, di molte comunità parrocchiali e luoghi geografici, è, dunque, la mamma che ci ha preceduto, e presso il Figlio, si fa nostra “mediatrice”.
Abbiamo una mamma in cielo.
Ci protegge, Colei che “Benedetta fra le donne”, “ripiena di Grazia”, è stata chiamata a collaborare all’opera della salvezza per il mondo attraverso il Figlio, Gesù Cristo.
Dopo le preghiere della Novena in preparazione della Festa (vedi articolo che abbiamo pubblicato), la S. Messa di mercoledì 14 agosto, presso la Chiesa parrocchiale di Noasca, preceduta dalla recita del santo rosario e seguita dalla processione in onore di Maria ricordata con il titolo di Assunta in cielo, nella gloria degli angeli e dei santi, “apre” i festeggiamenti, proseguiti con la s. Messa delle ore 10,30 di giovedì 15 agosto.
Alle ore 21,00 la S. Messa presieduta da don Alberto Carlevato e concelebrata dal parroco, don Dario Bertone.
Numerose i fedeli presenti, le autorità civili, il Sindaco e l’Amministrazione Comunale, il direttore dell’Ente Parco del Gran Paradiso, la santa Messa è stata animata dal gruppo delle corali riunite di Noasca e Rosone
Nell’omelia don Alberto, dopo aver sottolineato in modo puntuale, l’immagine della Donna e del drago del libro dell’Apocalisse di San Giovanni (prima lettura) ha sottolineato l’ “eterna lotta” del bene e del male manifestata nella storia e nei secoli.
Don Alberto, invita a “vedere il bene” attraverso Maria, “arca dell’alleanza”, portatrice del Bene, di Cristo.
E proprio nel giorno in cui la Chiesa celebra il dogma di Maria Assunta in cielo, nella gloria degli angeli e dei santi, Assunta in corpo ed anima, la Pasqua di Maria, don Alberto ricorda le parole di Maria riportare dall’evangelista Luca: “L’anima mia magnifica il Signore” per le “grandi cose”.
Anche noi, quando ripetiamo le parole di Maria, lasciamoci toccare il cuore, per celebrare e lodare le “grandi cose che Lui ha fatto”.
Spronanti dalle parole e dalla bella liturgia, che ha visto la ampia partecipazione dei fedeli raccolti in composta preghiera (parrocchiani e turisti), affidiamoci a Maria, a Colei che ci ha insegnato l’eterno “Magnificat”, a Colei che, modello di umiltà e di generosità si è fatta “disegno” nelle mani di Dio, a Colei che nel silenzio e nella contemplazione, ci ha insegnato a “uscire” dal nostro “centro”, per mettere al centro “Dio” e il suo disegno d’amore per il mondo.
Al termine della santa Messa, la processione lungo la strada centrale del comune della Valle Orco, portando la bella statua di Maria rappresentata nell’atto di essere elevata verso il Figlio e verso Dio, con quell’immagine così significativa per ogni cristiano: una tomba vuota. Accompagnati dalle preghiere e dalla banda musicale di Valperga, si è conclusa la processione nella Chiesa parrocchiale.
La morte non ha vinto. Dio ha vinto la morte, ha vinto il peccato. Maria è assunta in anima e corpo.
Maria dunque, “annuncia” la “vittoria”: preservata dal peccato e dalla corruzione, sorge a vita eterna.
Maria “prototipo” della donna in cielo, della madre, di colei che ha dato vita all’Autore della Vita. Carne per il Verbo Incarnato, ri-torna con il corpo al Creatore.
L’immagine di Maria Assunta è per noi di una bellezza “consolante”, di una speranza “smisurata”, di una poesia senza fine.
Il “viaggio” è qui, alla meta. Lei, viaggiatrice senza esitazione, portatrice di Grazia, non “vagabonda”, ma pellegrina e annunciatrice, è “assunta”.
Ma il suo “viaggio” continua, ancora, “in fretta”, soccorre quegli uomini e quelle donne che a lei ricorrono, “accompagna” uomini e donne al Figlio, a Dio.
Donna del viaggio è “giunta” e “congiunge” le mani fiduciose che a Lei ricorrono, come un ponte, tra cielo e terra, per portare a Cristo.
Donna “finestra” del cielo (definizione dello pseudo Agostino Discorsi 123,2) perché “attraverso lei Dio ha effuso sui secoli la vera luce. Maria è divenuta scala del cielo, perché attraverso di lei Dio è disceso sulla terra”.
Un “anticipo” per tutti noi.
L’anticipo del Paradiso.
Preghiera a Maria Assunta
O Maria, assunta nella gloria di Cristo,
nella perfezione completa e trasfigurata
della nostra natura umana.
O Maria, porta del cielo, specchio della luce divina,
santuario dell’alleanza tra Dio e gli uomini,
lascia che le nostre anime volino dietro a te,
lascia che salgano dietro il tuo radioso cammino
trasportate da una speranza che il mondo non ha,
quella della beatitudine eterna.
Confortaci dal cielo, o Madre pietosa,
e per le tue vie della purezza e della speranza
guidaci un giorno all’incontro beato con te
e con il tuo divin figlio, il nostro Salvatore Gesù.
Amen.
(Papa Paolo VI)
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