«Camminate coi piedi per terra e col cuore abitate in cielo». San Giovanni Bosco

Il miglior consiglio è di fare bene quanto possiamo e poi non aspettarci la ricompensa dal mondo ma da Dio solo”.

(elisabetta acide) –  Lo sanno bene gli ex-allievi ed ex-allieve presenti, che alla scuola di Don Bosco hanno studiato, ma hanno anche imparato a conoscere la vita di questo santo sacerdote che ha sperimentato ciò che può realizzare la Grazia e che fu in grado di infondere nei suoi figli il segreto dell’esistenza: «Tutto passa: ciò che non è eterno è niente!».

L’anniversario della festa di San Giovanni Bosco nella chiesa parrocchiale di Borgo Revel ha avuto due obiettivi in particolare: per gli ex allievi salesiani di celebrare insieme una Santa Messa in ricordo del Santo con i fedeli devoti e l’occasione per una riflessione sul significato della missione dell’Ex allievo di Don Bosco nella Famiglia Salesiana, nella Chiesa e nella società oggi.

Il santo piemontese conosciuto ed a cui molti sono devoti, la cui vita ha ispirato e guidato molti educatori con il suo “metodo preventivo” che ha precorso i tempi e superato il suo tempo, incarna un impegno pastorale: i giovani hanno bisogno di un’educazione integrale, che oltre di valori, sappia infondere loro speranza e desideri per il presente e per il futuro, condizione fondamentale per lo sviluppo della nostra società.

Nel momento in cui eravamo studenti o ospiti interni delle scuole e delle opere Salesiane, eravamo formati e educati.

Come ex-allievi dobbiamo essere testimoni dello spirito salesiano e del “metodo” di Don Bosco per contribuire a vivere nella quotidianità ciò che abbiamo imparato.

Quando gli Ex allievi riescono a sviluppare la loro professionalità e le loro competenze e testimoniare nella vita di tutti i giorni e nella nostra società, anche nelle più piccole occasioni, portano San Giovanni Bosco nel mondo con l’incarnazione del suo motto: “Essere buoni cristiani e onesti cittadini”.

Che cosa insegna ancora a noi oggi Don Bosco?

A riflettere sull’educazione che non è solo frutto di una pianificazione strategica ma «è cosa del cuore».

Ecco che tutti possiamo diventare “educatori” perché cristiani, dunque, “testimoni”.

Impariamo a “guardare” giovani e bambini con gli occhi di San Giovanni Bosco, ad amarli così come sono e provare, con loro, a creare un reciproco riconoscimento perché siamo tutti chiamati dall’amore.

Dio stesso è il modello di questa relazione interpersonale di amore, allora sforziamoci di guardarli con gli occhi di Don Bosco che sono gli occhi di Dio.

Siamo tutti protagonisti di quel sogno di San Giovanni Bosco, un “uomo di Dio”, che ha saputo tradurre nella sua vita quell’amore di Cristo e si è lasciato “plasmare” da Lui, ha camminato alla sua presenza, ha portato la Sua parola, ha “sognato il sogno di Dio”.

Don Valerio, nell’omelia, anche lui ex allievo salesiano, anche a noi oggi, come a S. Domenico Savio, formato alla sua scuola, insegna ancora il segreto, che a nostra volta dovremmo trasmettere, “Fare la volontà di Dio sempre, subito, con gioia”.

La celebrazione si è conclusa con la consegna, agli ex-allievi ed ex-allieve presenti, da parte del parroco, don Valerio, di medaglie recanti l’immagine di San Giovanni Bosco e Maria Ausiliatrice ed ai presenti l’immagine con la preghiera del santo.

Redazione Web