Una delle scene più importanti ed emblematiche del film “Oppenheimer”, che quest’anno si è aggiudicato sette statuette Oscar, inizia al minuto 27 e dura per i successivi 180 secondi.

Siamo a Berkeley in California, anno 1938. Robert Oppenheimer sta passeggiando con la sua amante, quando scorge il collega Luis Walter Álvarez che esce di corsa dal negozio del barbiere con ancora al collo la salvietta e in mano un giornale. Lo insegue fino all’università dove trova Álvarez che mostra all’altro fisico nucleare (poi premio Nobel nel 1953) Ernest Lawrence la prima pagina del quotidiano, ripetendo urlando e trafelato: “Lo hanno fatto!”.

A titoli cubitali si annunciava infatti che i chimici tedeschi Otto Hahn e Fritz Strassmann avevano realizzato a Berlino la fissione nucleare. Nel contempo i fisici Lise Meitner e Otto Frisch avevano quantificato l’energia sprigionata nell’esperimento in 200 milioni di elettrovolt. Per Oppenheimer ciò era assolutamente impossibile! Torna nel suo studio e rifà tutti i calcoli: conclude che la fissione nucleare è impossibile e, quindi, la notizia è un falso.

Lawrence verifica le formule stese sulla lavagna da Oppenheimer e conferma la loro correttezza, aggiungendo: ”Robert, c’è solo un problema: lo abbiamo fatto anche noi!”. Nella stanza accanto Álvarez, seguendo le istruzioni degli scienziati tedeschi ha realizzato anch’egli la fissione nucleare. “La teoria arriva fino a un certo punto!”: Oppenheimer cede di fronte all’evidenza e, in quel momento, concepisce la possibilità di creare una bomba.

Poche settimane fa è stato annunciato che Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati diventeranno santi. Infatti, sono stati riconosciuti, cioè sono avvenuti, due miracoli ottenuti per intercessione dei due beati. Si sono verificati due fatti, due guarigioni inspiegabili, straordinarie, che trascendono le leggi della Medicina.

Possiamo, come Oppenheimer, insistere sul fatto che i nostri calcoli eseguiti con rigore e precisione non ammettono miracoli. Oppure possiamo accettare l’evidenza documentata che, nella stanza accanto, ciò sia avvenuto realmente. Nella stanza accanto, grazie a due “santi della porta accanto”.

“L’atteggiamento scientifico … non potrà esaurire l’attenzione all’esperienza … L’esperienza stessa nella sua totalità guida alla comprensione autentica del termine ragione o razionalità” (Luigi Giussani)