Un momento di grande consolazione e di lode a Dio, pienamente aderente all’invito del Te Deum.

Un momento che, pur nella dolorosa evidenza della morte, ci ha resi tutti partecipi di quella “grande pace del cuore” che il Vescovo di Ivrea, Mons. Edoardo Aldo Cerrato, ha voluto dire ispirasse i suoi sentimenti, nel ricordo del Pontefice emerito da poche ore scomparso, Papa Benedetto XVI.

Una pace del cuore sostenuta da una certezza: Egli ora contempla il volto del suo Signore, “il volto radioso di Cristo” e “quello radioso della Vergine Maria. Lui che ha amato così intensamente Maria e l’ha sentita così profondamente parte di tutto il suo cammino”.

Ecco, proprio mentre in queste ore il Mondo ricorda il grande Teologo e, sia permesso aggiungere, anche il grande Filosofo, non è altrettanto frequente udire un richiamo ad una realtà, forse la più significativa di tutte, o almeno di tante altre, che non si può trascurare, se si vuole comprendere appieno non soltanto il Magistero di Benedetto XVI, ma anche e soprattutto l’uomo Joseph Ratzinger, l’uomo di Dio, Joseph Ratzinger: Benedetto XVI è stato un uomo, un Sacerdote, un Vescovo ed infine un Papa profondamente, sinceramente, completamente mariano: anche per come sia, in un certo senso, pervenuto “per gradi” alla piena percezione della centralità del Mistero mariano nell’economia della salvezza: ““Sempre il posto occupato dalla Madonna è stato essenziale all’equilibrio della fede, e oggi ritrovare quel posto è urgente come in poche altre epoche della storia della Chiesa”.

Se si dimentica questo, si resta in superficie, si rischia di limitarsi (non è un difetto, ma forse un limite) ad un approccio culturale “per capitoli”.

Se è vero che la produzione letteraria dell’intellettuale Ratzinger su Maria di Nazaret non offre molti titoli, quelli che ci sono bastano ampiamente ed ancor più eloquente è la testimonianza della vita stessa del Pontefice scomparso.

Tra i (non) molti, un passaggio della “Deus Caritas Est” (2005): “I Santi sono i veri portatori di luce all’interno della storia, perché sono uomini e donne di fede, di speranza e di amore. […] Tra i Santi eccelle Maria, Madre del Signore e specchio di ogni santità”. 

Il sigillo dell’Enciclica è una preghiera rivolta a Maria:

“Santa Maria, Madre di Dio,
tu hai donato al mondo la vera luce,
Gesù, tuo Figlio – Figlio di Dio.
Ti sei consegnata completamente
alla chiamata di Dio
e sei così diventata sorgente
della bontà che sgorga da Lui.
Mostraci Gesù. Guidaci a Lui.
Insegnaci a conoscerlo e ad amarlo,
perché possiamo anche noi
diventare capaci di vero amore
ed essere sorgenti di acqua viva
in mezzo a un mondo assetato”.

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O, ancora, la parte dedicata alla Madonna di “Dogma e predicazione” (1973), in cui si riserva altresì una pagina ad una circostanza che oggi pare messa lì, quasi cinquant’anni fa, per noi.

Si tratta del capitoletto in cui l’allora Professore dell’Università di Ratisbona scriveva una “Meditazione per la sera di San Silvestro”, che in un passo suggerisce un’idea: “Che si deve dire, come cristiani, in quest’ora di passaggio? Compiere, almeno adesso, qualcosa di veramente umano (…) per acquisire libertà interiore e paziente disposizione a proseguire”.

Proseguire, perché, il suo insegnamento avrebbe poi chiarito che la vita non sia “un cerchio che si chiude”, ma una linea che tende alla sua pienezza. Così ha ricordato il Presidente della Cei, Card. Matteo Zuppi.

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Ma, come sempre, meglio lasciare che il Lettore scorra il filmato per udire direttamente la parola del Vescovo.

Sicchè forse potrà condividere il sentimento di tutti coloro che hanno partecipato a questo momento, di dolore e – non sembri un paradosso – anche di autentica consolazione: nella certezza che il grande Papa Benedetto XVI ora contempli il volto di Dio e di Maria, dopo una vita spesa ad annunciare e testimoniare, con mitezza, ma senza afasie e senza balbettii, la Verità.

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Non sarebbe giusto concludere questa breve cronaca dimenticando di dire che la Liturgia è stata animata dal Coro della Cattedrale diretto dal Maestro Signora Ausilia Fiorina; all’organo il Maestro Alessandro Veneri: come sempre apprezzatissimi e come sempre meritatamente. Qualche scampolo dei canti nel filmato.