E’ ormai una bella tradizione, il pellegrinaggio ad Oropa delle parrocchie affidate alla cura di Don Luca Meinardi, che abbraccia anche una comunità più vasta, ormai adusa a condividere nella letizia esperienze, percorsi e preghiera, con quelle di Don Massimiliano Marco e Don Marco Marchiando.

Così, da San Giorgio, Cortereggio, Agliè, Ozegna, Cuceglio, Lusigliè, con San Giusto Canavese, i pellegrini sono arrivati ai piedi della Madonna Nera ieri, 31 agosto, qualcuno partendo in piena notte, alle 3,45 da Andrate, con Don Massimiliano,

(ne abbiamo parlato nel precedente lancio – clicca qui)

la maggior parte in pullman; tutti hanno poi preso parte alla Celebrazione presieduta dal Cardinale Arrigo Miglio, concelebranti il Vescovo di Biella, Mons. Roberto Farinella e gli stessi Don Luca, Massimiliano e Marco.

Semmai vi fosse chi potesse considerare il pellegrinaggio come una semplice gita, sarebbe sufficiente ascoltare le parole rivolte ai pellegrini dai Celebranti per confutare una simile riduttiva opinione.

Proprio per questo nel nostro video – come tutto il servizio, realizzato da Fabrizio Conto – abbiamo riproposto integralmente sia l’omelia di Mons. Miglio (1 Cor 1, 26-31; Sal 32; Mt 25, 14-30.), sia gli indirizzi di saluto di Mons. Roberto e di Don Luca.

Ma già iniziando la Celebrazione il Cardinale non ha mancato di suggerire, tra i motivi per i quali dobbiamo fare ammenda dei nostri peccati, anche un peccato di omissione a proposito del quale un po’ tutti dovremmo dedicare un pensiero introspettivo: ci ricordiamo di pregare ogni giorno per la pace?

Lasciamo la risposta al nostro cuore, affidandola nella nostra coscienza al Signore, affinchè ci renda cristiani coerenti e non immemori.

Come abbiamo visto, il video propone poi, integrale l’omelia, che intreccia non un solo canone di riflessione.

A partire dal più prossimo all’esperienza concreta della giornata, il pellegrinaggio.

Il “Dna”, la “fisionomia” spirituale di questo Santuario – esordisce Mons. Miglio – è quello di renderci “pellegrini”, non soltanto dei devoti.

Prende da qui le mosse per tenere insieme più considerazioni di grande momento.

A partire dalla nozione stessa del pellegrinaggio, che è categoria fondativa e comune ai momenti significativi dell’esperienza religiosa.

Basti pensare che sono definiti come “ascensionali” parte degli stessi Salmi (120-134) proprio perché soprattutto pregati dal popolo che “saliva” a Gerusalemme.

Ma il pellegrinaggio è altresì un modo per mettersi in “cammino”; certo un’esperienza che assume valore e significato pieno soprattutto se vissuta in comunione, ma che richiama naturalmente il linguaggio biblico secondo il quale la parola cammino allude piuttosto al “comportamento”.

Si comprende così ancor meglio come questo cammino non possa confondersi con un “girovagare”, andare a zonzo.

E’ un cammino che traguarda un orizzonte chiaro anche se remoto, una meta precisa, un punto d’arrivo che tutti ci accomuna.

Il punto d’arrivo è l’incontro con il Padre.

Proprio come ci ricorda il Vangelo di San Matteo di oggi, che ci propone la figura di quei servi cui sono affidati i talenti e che devono rendere conto di come li abbiano impiegati.

Quando dovremo rendere conto di cosa abbiamo fatto della nostra vita cosa potremo dire?

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Omelia così densa di contenuti che, forse, tentarne un riassunto è esercizio vano, soprattutto perché è possibile ascoltare dal filmato le parole del Cardinale.

Solo ancora qualche breve richiamo, in guisa di un semplice sommario.

Mons. Miglio non manca di sottolineare l’importanza di affrontare il pellegrinaggio (dalla Prima Lettura) terreno nella condizione di povertà, “stare attenti al bagaglio”, senza caricarsi di fardelli inutili.

Né trascura di richiamare l’importanza dell’ormai imminente apertura del Giubileo, sottolineando con chiarezza come il Santo Padre Francesco ci chieda di essere “pellegrini di speranza”.

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Don Luca ha sottolineato la particolare importanza di questo momento, soprattutto da un punto di vista pastorale.

Come abbiamo visto, questa bella consuetudine è una circostanza pienamente inserita nella “logica” sinodale, anche in quanto frutto di una esperienza comunitaria che abbraccia una parte importante della diocesi.

In secondo luogo – e questa è sicuramente una prospettiva che non si mancherà di seguire ancora, a Dio piacendo – siamo (il 31 agosto) alla vigilia di un mese, quello di settembre, punteggiato (ma forse è meglio dire “costellato”) di feste e solennità mariane, riferimenti fondamentali (solo qualche esempio: la ricorrenza dell’apparizione di Ozegna, oppure quella della Madonna Addolorata) nell’esperienza del popolo di Dio che vive e opera in queste parrocchie.

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Il Vescovo di Biella, Mons. Roberto Farinella, che non ha voluto mancare a questo appuntamento, pur essendo tornato solo il giorno prima dal pellegrinaggio diocesano a Lourdes, ha posto in particolare l’accento sul legame che unisce la diocesi di Ivrea con il Santuario di Oropa, secondo il sentire di una Chiesa profondamente unita nella devozione mariana che – ci sia permesso osservare conclusivamente – è una forma autentica di quella “diaconia della Verità”, cui ogni cristiano è chiamato.

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Ora non resta che dare appuntamento ai nostri Lettori al prossimo 3 settembre, quando questa bella comunità festeggerà i 30 anni di Ordinazione presbiterale di Don Luca Meinardi.

Ma di questo parleremo a tempo opportuno.

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