Passare dalla religiosità vissuta come obbligo, in tempi passati non di rado anche permeata dalla “paura”, a quella che sperimenta la gioia per la scelta di libertà che il Padre ci propone.

Questo il primo cammino di conversione – quello interiore – che propone il Cardinale Arrigo Miglio nel corso dell’omelia tenuta sabato scorso, 23 settembre, ad Oropa, presiedendo il pellegrinaggio anche quest’anno organizzato (ormai si può dire di una bella tradizione) dalle Parrocchie di Agliè, Cuceglio, Ozegna e San Giorgio, guidate da Don Luca Meinardi, con l’aiuto del Vice Parroco Don Massimiliano Marco.

Quattro Parrocchie alle quali, per una bella “osmosi” favorita dall’omogeneità del territorio, ma certo anche sostenuta da amicizia e sapienza pastorale, si aggiunge la quinta, quella di San Giusto Canavese, con il Parroco Don Marco Marchiando.

I pellegrini – circa un centinaio, se è vero, come si può vedere nel nostro filmato, che la Basilica antica era pressochè al completo – sono giunti al Santuario in pullman, qualcuno con i mezzi propri, ma un bel gruppo anche a piedi,

partendo all’alba da Andrate per unirsi agli altri – leggi qui – una volta giunti alla meta.

Una bella tradizione, si diceva, che prende le mosse dall’iniziativa di Don Luca Meinardi, che ha in cura le quattro comunità ed è proprio il Parroco ad introdurre la Celebrazione: anche le sue parole, come l’omelia e come il saluto di congedo pronunciato dal Vescovo di Biella (il “padrone di casa”), Mons. Roberto Farinella, sono riproposte integralmente nel filmato.

Il video, come ormai il Lettore sa, apre con l’omelia (le Letture scelte: Genesi 3, con la “caduta” dei nostri progenitori ed il Vangelo di San Luca, Cap.10, 38-42, con le figure di Marta e Maria).

Un modo – quello di presentare per prima la parola di chi presiede la Celebrazione – per sottolineare ulteriormente la centralità della Parola, nel cammino della Chiesa, del popolo di Dio.

Ed è proprio alla ribadita centralità della Parola che il Cardinale si richiama quando propone il secondo canone, di riflessione, appunto il secondo cammino che, questa volta, dopo la scelta interiore tra bene e male, cioè una vita condotta nella gioia, nella felicità pensata per noi dal Padre ed una, invece, permeata dalla paura ove ci confina l’inganno del maligno, ci parla di una modalità di essere cristiani chiamata a fare i conti con quello che è – per dir così – il “contesto”.

Quindi, prendendo atto che, se un tempo, la condizione di cristiano coincideva con quella di una “maggioranza”, oggi, al contrario, nella società secolarizzata, si “parte” dalla condizione di minoranza.

E se ciò postula, non di rado, incertezze sulla direzione di marcia, sul sistema di relazioni, sul modo più utile (possibile?) per interagire con gli altri nella società, il riferimento più saldo e sicuro è proprio e sempre quello della Parola di Dio, con la quale dobbiamo accrescere una consuetudine che diventi studio, ma altresì familiarità.

Una proposta, quella del Cardinale, che può suggerire, così, un parallelismo: quello tra religione della paura e dell’obbligo sperimentati talvolta nella condizione di Chiesa regnante, quando non egemone, cui possiamo trovare giustapposta la religione della scelta, della gioia, della pienezza della comunione ecclesiale, che è, invece, compagna della Chiesa missionaria, forse minoritaria, ma granello di senape, lievito nella pasta, necessariamente in dialogo, capace di aprire senza riserve il cuore alla Parola di Dio, all’azione dello Spirito Santo.

Un’omelia che bisogna ascoltare e riascoltare, perchè illuminante, soprattutto in questi tempi in cui è spesso difficile tenere la rotta ed anche perché, cogliendo la coincidenza della data – 23 settembre – con il giorno della nascita al Cielo di Padre Pio, San Pio da Pietrelcina, il Cardinale non dimentica di richiamare con parole sapienti (basti ricordare quelle sul Sacramento della Riconciliazione, la cifra forse più eloquente del carisma di Padre Pio) la figura del frate francescano di San Giovanni Rotondo.

Proprio su questa ricorrenza diamo appuntamento al Lettore tra qualche ora, quando sarà on line, sempre su questa pagina www.risvegliopopolare.it, il servizio messo a repertorio domenica sera, quando da San Maurizio ad Ivrea si è snodata per le vie cittadine la processione guidata da Mons. Roberto Farinella che ha poi presieduto la Liturgia, anche in questo caso regalando un’omelia particolarmente efficace, certo tanto apprezzata dai numerosissimi fedeli presenti.

Infine, non si potrebbe concludere senza un ringraziamento.

Abbiamo detto che il filmato, le fotografie, il contributo ai testi, restano sempre on line per poter raggiungere tante persone; diventano patrimonio della comunità, della Chiesa, del popolo di Dio.

Bisogna però riconoscere che questo valore aggiunto per la Chiesa canavesana non sarebbe stato possibile senza il contributo, generoso ed intelligente, di Gian Carlo Guidetti e di Fabrizio Conto.

Il loro servizio – svolto sempre d’intesa con Don Luca – è veramente un dono alla comunità e di ciò non si può che essere ammirati (hanno davvero fatto tutto da soli) e riconoscenti.