(giancarlo guidetti) – Anche in questo 2024, come ogni anno, si rivive ad Oropa il rito della pulizia della sacra effige della Madonna Nera.

L’appuntamento è per il sabato che precede la festa della Presentazione di Gesù al Tempio (21 novembre) e così l’altro ieri, sabato 16 novembre, dalle 14,30 alle 16,30, centinaia di fedeli hanno voluto essere presenti per partecipare a questo momento che ha – come a suo tempo sottolineato dal Rettore del Santuario, Don Michele Berchi – un duplice significato: ”Noi togliamo la polvere dalla tua statua, tu toglila dalla nostra vita”.

Una invocazione alla Vergine, profondamente e sinceramente amata qui ad Oropa e – citando Romano Guardini – il Rettore quest’anno ha chiosato:” Nell’esperienza di un grande amore – ha scritto Romano Guardini – tutto il mondo si raccoglie nel rapporto Io-Tu, e tutto ciò che accade diventa un avvenimento nel suo ambito. L’elemento personale a cui in ultima analisi intende l’amore e che rappresenta ciò che di più alto c’è fra le realtà che il mondo abbraccia, penetra e determina ogni altra forma: spazio e paesaggio, pietre, alberi, animali”.

Così, seguendo il parallelismo, nel grande amore che c’è tra i pellegrini e la Madonna di Oropa, questo piccolo gesto rafforza la fede e la devozione, è una carezza che vogliamo dare alla Madonna, per riceverla da Lei.

Il nostro filmato mostra alcuni momenti di questa singolare “visita” alla Madonna Nera, riprendendo anche alcuni momenti delle operazioni di pulizia.

La statua viene asportata dalla nicchia alla quale di solito guardiamo per venerare la Vergine, deposta sulla mensa dell’altare, liberata dal manto e quindi pulita con panni di lino.

È stato redatto verbale nel quale si dà atto che il panno usato per pulire il viso della S. Madre e del Bambino è rimasto immacolato; il panno sarà poi esposto a fianco dell’altare.

Mentre non è stato così per il panno usato per pulire il vestito.

I fedeli accompagnano con i canti e la preghiera lo svolgersi di queste operazioni, concluse le quali il Rettore impartisce la benedizione finale.

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