Ottobre, mese missionario per eccellenza, ormai volge al termine e proprio in questo periodo sta per partire anche quest’anno l’operazione riso del Centro Missionario diocesano di Ivrea per sostenere i progetti di sviluppo nei Paesi in cui alcuni nostri missionari operano ormai da anni.
L’operazione riso è un’attività che va avanti da molto tempo e che permette alla gente di acquistare un prodotto locale buono due volte, da consumare e altresì per finanziare con proventi della sua vendita tanti interventi in Brasile, Burundi e Mozambico in favore dei bambini e delle popolazioni disagiate.
Il progetto riso era nato già nel 1991 con il Gruppo Amizade della zona di Chivasso, che dopo lo scioglimento ha passato il testimone al Gruppo Arcobaleno della zona di Borgofranco d’Ivrea, che insieme al Gruppo Amici di Catavento della zona di Castellamonte e della Valle Orco-Soana e agli Amici di Lalla della zona di San Giorgio Canavese oggi sono impegnati a raggiungere l’obiettivo di venderne almeno 20mila chili.
L’anno scorso l’operazione riso aveva fruttato quasi 21mila euro a beneficio delle missioni diocesane.
“Un’annata di vendita di riso veramente eccezionale, quella del 2021 – ci raccontano al Centro Missionario -, che speriamo di ripetere e magari anche migliorare quest’anno”.
D’altra parte, il riso viene da una riseria di Tronzano Vercellese, i cui titolari sono anch’essi sensibili alla voce della missione e il partenariato risulta quindi efficace.
Il riso è buono, è un prodotto che viene consumato molto nelle nostre case e c’è pure una ragione in più per aderire a questa iniziativa che da novembre si protrae fino a febbraio 2023.
La logistica, ormai ben rodata tra i volontari delle associazioni implicate, porta nelle parrocchie il riso che sarà venduto alla fine delle celebrazioni con il prezioso contributo del sostegno dei parroci. Non manca la vendita per conoscenza e con il passa-parola che risulta sempre efficace in questo genere di iniziative, con persone che vi aderiscono anche da fuori diocesi.
I sacchi sono da 5 chili ma anche da 2 chili.
Il Centro Missionario coordina l’iniziativa ma è impegnato nella vendita a sua volta, ed ovviamente ne garantisce la visibilità.
È un progetto che ancora funziona e aiuta molto i nostri missionari: d’altra parte il prodotto è conosciuto, l’iniziativa è attiva da anni e i sostenitori si sono fidelizzati all’appuntamento dell’acquisto del riso poiché ne conoscono la finalità benefica.
Presso le associazioni è già possibile farsi avanti per bloccare le quantità che si vogliono acquistare e lo stesso si può fare anche interpellando il Centro Missionario diocesano.
E siccome il riso si mangia tutto l’anno, chissà che per il prossimo futuro non sia possibile venderlo anche in un lasso di tempo più ampio – in modo da distribuire il ricavato alle missioni sull’arco di più mesi – e non soltanto con la vendita fuori dalle chiese o attraverso il solo passa-parola, ma anche in maniera commercialmente più strutturata.
c.m.z.
Redazione Web