Golda Meir a suo tempo disse: “Avere 70 anni non è un peccato”. Io penso che non lo sia neppure compierne 71, come è capitato a me pochi giorni fa.
Anche quest’anno il giorno del mio compleanno è fiorito il calicanto: il fiore preferito di mia mamma Elvira che ne volle una pianta proprio davanti a casa, in pieno sole ma protetta dai venti, di fianco al nocciolo, la pianta di papà Salvatore. Così, anche se sono distratto con gli occhi e la testa, il profumo intenso dei fiori mi ricorda l’affetto dei miei genitori e mi rammenta che il tempo è un dono che passa.
Il compleanno è la festa della gratitudine per la vita donata attraverso i genitori, per mia sorella, per la sposa, i figli e i nipoti in abbondanza, gli amici… e, in tutta questa ricchezza, la pietra preziosa dell’essere cristiano e di un impegno vissuto soprattutto in Africa.
Il celebre scrittore G. K. Chesterton – nato nella chiesa anglicana e fattosi cattolico a 48 anni, nel 1922 – il giorno del suo battesimo scrisse: “Carissima mamma, ho pensato a te, a tutto quello che debbo a te e a mio padre, non solo quanto ad affetto, ma quanto agli ideali di onore, di libertà, di carità e di tutte le altre buone cose che mi avete sempre insegnate, e [divenendo cattolico] non ho coscienza della più piccola frattura o differenza in questi ideali, bensì solo di un modo nuovo e necessario nel combattere per essi”.
In occasione del mio compleanno, tutti gli anni – la fedeltà era la sua virtù più grande – il primo a farmi gli auguri era padre Edo Moerlin: un caro amico missionario, sacerdote, artista e poeta, oggi scomparso. Mi ricordava tutte le volte che il 2 di gennaio si festeggiano due grandi santi: Basilio di Cesarea detto Magno e Gregorio da Nazianzo. Due Padri della Chiesa che furono legati da una profonda amicizia. Gregorio parlava di Basilio in questi termini: “Conducevamo la nostra vita e in ogni azione conformandoci alla legge del Signore ed incitandoci reciprocamente alla virtù. Se posso dirlo, senza esagerare, eravamo l’un l’altro la norma e il criterio per discernere ciò che è bene da ciò che non lo è”.
Lieto per tutto quello che ho ricevuto in abbondanza, auguro quindi a tutti i doni della gratitudine e della amicizia, vera fraternità.