Parte la controffensiva dei favorevoli a collocare il futuro ospedale nell’area Ribes a Pavone, dopo che nelle scorse settimane a farsi sentire con insistenza erano stati i “fan” alla soluzione ex Montefibre a Ivrea.

Il primo cittadino pavonese Endro Bevolo, anche a nome di una sessantina di colleghi dei Comuni di Canavese occidentale, eporediese e valli “direttamente interessati dalla costruzione del nuovo ospedale a servizio di tutto il territorio”, punta il dito contro quelli che definisce “interessi diversi e localistici che stanno prevalendo sui prioritari vantaggi sanitari” nella scelta del luogo più adatto a costruire il nuovo ospedale di Ivrea e Canavese.

Più volte è stata proposta una localizzazione ospedaliera che fosse baricentrica rispetto al principale crocevia stradale dell’area, adiacente il casello autostradale di Ivrea (che ricade sul territorio di Pavone).

Quest’area – sostiene Bevolopresenta notevoli vantaggi, non solo di posizione ma anche di sicurezza ed espansibilità, ed era già stata positivamente valutata sia in studi risalenti agli anni ‘80 sia di recente in studi commissionati dalla stessa Regione, ottenendo un punteggio nettamente superiore rispetto all’area che surrettiziamente ora si vorrebbe favorire all’interno del Comune di Ivrea”.

Il sindaco elenca quelli che a suo modo di vedere sono i vantaggi dell’area Ribes: in primis la non necessità di costruire nuovi caselli autostradali, trafori, opere viarie, in quanto già si trova all’uscita del casello autostradale e adiacente lo svincolo della Pedemontana “che serve oltre il 50% della popolazione residente interessata”; inoltre l’autostrada consentirebbe un ottimale collegamento con il bacino di potenziale utenza della bassa Valle d’Aosta, ma pure la rapida trasferibilità dei pazienti più gravi e urgenti agli ospedali maggiori di Torino e della Lombardia.

Inoltre lì vicino ci sono già le caserme di Carabinieri e Vigili del fuoco: si tratta dunque di un area già destinata a pubblica utilità e urbanizzata, e non pone vincoli sulla forma della struttura costruenda, e a maggior ragione sulla sua futura espandibilità e adeguamento tecnologico.

E poi – questo il sindaco lo dice soprattutto a beneficio di Coldiretti – ricade su terreni a bassa produttività agricola o incolti, concessi in affitto da quasi tutti i proprietari allo stesso coltivatore.

Non si può non sottolineare – prosegue Bevoloche le direttive nazionali prevedono la costruzione di nuovi insediamenti ospedalieri fuori dai centri abitati e la necessaria disponibilità di viabilità alternative, con tempi di raggiungimento che soddisfino gli standard di 20 minuti per la massima popolazione. La nostra proposta viene invece ingannevolmente contrastata indicando pericoli inesistenti come l’esondabilità o limiti geologici già stati smentiti dagli studi commissionati e agli atti della stessa Regione”.

Al contrario, insiste, all’ex Montefibre le criticità sono tante: già ora si registra una scarsità di posteggi, l’accessibilità viaria è scadente, specie nelle ore di punta; e la presenza in loco di Tribunale, Istituti scolastici, aree commerciali e supermercati, nonché di vari condomini, non fa che congestionare ulteriormente la viabilità.

Tutte limitazioni che sono emerse ancor più evidenti dopo la recente (e potenzialmente ripetibile) pandemia, che ha portato in primo piano la necessità di garantire percorsi di accesso differenziati per sani e infetti.

A nostro avviso – prosegue – resta aperta la questione di sicurezza e bonifica del sottosuolo, ricordando che tale area apparteneva allo stabilimento chimico Montefibre…”.

E poi i fautori di questa soluzione guardano con insistenza alla costruzione di un nuovo casello autostradale a San Bernardo: che si troverebbe a circa 5 km da altri tre caselli già esistenti (Ivrea, Albiano, Scarmagno) e che, oltre a costi non indifferenti, richiederebbe l’occupazione di circa 100 mila metri quadri di terreno oggi di uso agricolo (sottinteso: ci si straccia le vesti per il suolo agricolo dell’area Ribes e per quello di San Bernardo nessuno dice niente?).

Occorre infine segnalare – termina Bevolo che la riproposizione ufficiale dell’area Montefibre è avvenuta di fronte a pochi sindaci, quelli dei Comuni più grandi dell’Asl, ma lontani e già serviti da altri ospedali, mentre non sono stati sentiti e presi in considerazione i piccoli ma numerosi Comuni del territorio complessivamente servito: quindi non solo di Ivrea, ma anche del Canavee occidentale e delle aree montane”.

Conclusione: l’area Ribes è la soluzione che soddisfa in modo ottimale e razionale le esigenze del territorio, con l’impiego migliore del denaro pubblico anche in prospettiva di un lungo utilizzo futuro. A Torino saranno d’accordo?

m.s

 

Il servizio sarà anche su Facebook: non dimenticatevi di iscrivervi alla pagina Fb del Risveglio Popolare:

https://www.facebook.com/risvegliopopolare

Redazione Web