Sono arrivati ieri, 17 agosto, dopo quattro giorni intensi a Lourdes, i partecipanti al Pellegrinaggio interdiocesano dell’Oftal di Vercelli: tra questi, il folto gruppo di pellegrini della Sezione di Chivasso.

– leggi qui gli articoli precedenti –

– leggi qui gli articoli precedenti –

– leggi qui gli articoli precedenti – 

***

Hanno viaggiato in pullman, come all’andata, per tutta la notte: sono tante ore e certo sono stanchi.

Ma i loro occhi dicono di una grande e splendida pace del cuore.

Hanno condiviso ore e giorni con gli Ammalati, che si sono affidati a loro per condurre le giornate e partecipare alle funzioni religiose e, soprattutto, per arrivare alla Grotta, a contemplare non soltanto la sacra effige di Maria, ma a contemplare il luogo scelto dalla Vergine per questa “parusia” che forse ha cambiato il Mondo.

Ha permesso qualche guarigione miracolosa del corpo.

Ma soprattutto ha guarito tanti cuori tormentati, ha salvato tante anime altrimenti preda delle insidie del Mondo, non meno che del principe di questo mondo.

Ha donato tante conversioni.

Ha conquistato alla vita anime altrimenti ripiegate su destini di morte.

Ha aiutato tanti suoi figli a decidere, come quel figliolo che aveva abbandonato la casa del Padre: “mi alzerò”.

Ma non ha lasciato lì a mezza strada quel pur virtuoso proposito.

L’ha completato.

Gli ha conferito un dinamismo nuovo e una possibilità ritrovata.

“Mi alzerò”, dunque, ma non solo:

“Andrò da mio Padre”.

Bene, ma non basta ancora:

”E gli dirò…”. (Vangelo di S.Luca, 15, 11 – 32)

Quel figliolo si era ritrovato a pensare a se stesso prendendo atto del proprio fallimento.

Di quanto fosse mendace la lusinga del mondo.

Il proprio orizzonte era, in quel momento così severo, popolato di musi grufolanti, di zampe che picchiettavano nella mota, contendendogli anche una misera carrubba che avrebbe potuto sedare i morsi della fame: e lui a contenderla a loro, steso per terra, la mano tesa verso quel misero, eppure irraggiungibile, baccello.

Niente da fare: i maiali erano più bravi di lui.

Il Mondo lo aveva illuso di potere saziare ogni suo appetito e, invece, nemmeno una carrubba.

***

Così il ragazzo recupera, con la stazione eretta, il carattere distintivo della sua umanità, che però non saprebbe come rendere fecondo, senza il rinnovato dialogo con il Padre.

Il Padre, poi, non si smentisce mai!

Non soltanto lo perdona.

Ma non riesce a contenere la propria felicità:

“Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò”.

Le categorie umane suggerirebbero l’idea di un padre che non sapesse ancora nemmeno per che motivo il giovane stesse tornando a casa: potrebbe avere bisogno di altri soldi per andarsene poi subito a sperperare anche quelli.

Ma il Cuore che trepida è quello del Padre che “sa”. Conosce. Conosce ogni cosa, anche noi, fin da quando ci ha “tessuto nel seno” di nostra madre.

Il Padre che si “commuove” che gli si “getta al collo” e lo bacia.

***

Quante persone hanno ritrovato alla Grotta la forza di rialzarsi.

***

Il Pellegrinaggio a Lourdes è sempre un momento di crescita nella fede.

Crescita fondata soprattutto sull’esempio di tante persone, magari semplici, provate e provate duramente nella vita, che ne hanno più di noi.

Questa è la prima cosa.

Crescita, poi, perché si prega certamente di più di quanto non si riesca a fare a casa.

Ed è sempre vero che “a pregare si impara pregando”.

Non ci si deve sentire in imbarazzo quando ci si accorge di non saper pregare.

Avevano questa consapevolezza – di non sapere – anche gli Apostoli, che ad un certo punto si risolvono a chiedere come si faccia, alla persona giusta: “insegnaci a pregare”!

Ma non va dimenticato che si tratta di una crescita fondata anche sull’opportunità di ascoltare, come a casa è difficile fare, maestri illuminati della Fede.

Per esempio, i pellegrini che sono tornati ieri, nell’ultima S.Messa alla Grotta hanno potuto ascoltare una straordinaria omelia (breve, ma densa di contenuti come un trattato) del Presidente Generale dell’Oftal, Mons. Paolo Angelino.

Sapevamo già che Mons. Paolo fosse uno Studioso molto profondo di Sacra Scrittura, ma in questa occasione ha (se è permesso) veramente superato se stesso offrendo ai fedeli una lettura del parallelismo tra (Secondo Libro di Samuele, 6,14) tra la danza di Re Davide nell’itinerario processionale per trasferire l’Arca dell’Alleanza e il sussultare di San Giovanni Battista quand’era ancora nel grembo di Elisabetta.

Tentiamo un riassunto di questa illuminante intuizione.

Così come l’Arca dell’Alleanza, formata di legno d’acacia, incorruttibile è annunciata dal Re che danza “con tutte le sue forze”, il bimbo ancora nel grembo esulta, avvertendo la presenza di Maria, Arca incorruttibile, Piena di Grazia, Immacolata Concezione, che “porta” Gesù in cui si compie la nuova Alleanza.

***

Cose che capitano a Lourdes e speriamo di riuscire presto a recuperare dalla Web Tv del Santuario il frame del filmato, così da poterlo riproporre integralmente.

***

Ma ora conviene che si lasci parlare le immagini e, soprattutto, i protagonisti.

Ascoltiamo due di loro nel filmato che apre questo articolo e qui di seguito, invece, la testimonianza scritta di Loredana Daniele di Chivasso, per la prima volta Dama dell’Oftal a Lourdes.

Un ringraziamento particolare per il contributo dato all’informazione lungo questi giorni di pellegrinaggio al Dott. Gian Luigi Scala, del gruppo Oftal di Chivasso.

***

Ecco la testimonianza di Loredana

Mi è stato chiesto perché ho scelto di andare a Lourdes. Nel 2016 ci ero stata per un giorno come pellegrina e dopo quella giornata, partendo, mi ero ripromessa di tornare per stare più a lungo. Fra varie cose e il covid sono passati 6 anni e quest’anno con l’idea di partire ho chiesto alla mamma di una mia carissima amica se sapeva di pellegrinaggi organizzati in qualche paese nei dintorni, ma purtroppo no. Due giorni dopo, andando a messa, ho visto la locandina del pellegrinaggio a Lourdes con partenza da Chivasso e ho pensato “è proprio destino che quest’anno parta per Lourdes”.

Quando sono andata per prendere informazioni, mi è stato proposto di fare la dama e nonostante non lo abbia mai fatto e non sapessi in cosa consistesse ho deciso di provare.

Così eccomi di partenza il 12 agosto con il punto interrogativo di come sarebbe stata questa esperienza.

Oggi che sono rientrata dopo quattro giorni, posso dire che è stata un’esperienza intensa e molto bella!

Intensa di emozioni, intensa di conoscenze e di raccontarsi gli uni agli altri, intensa di cose da apprendere, intensa di sorrisi, di silenzi e riflessioni davanti alla grotta o durante le funzioni.

Grazie a chi mi ha proposto di vivere questa esperienza e alle dame con più conoscenze che in questi giorni mi hanno affiancato e spiegato cosa occorre fare e come in Accueil.

Grazie agli ammalati che con i loro sorrisi ti fanno capire che in quel momento sei nel e al “posto giusto”.

Ci sarebbero tante parole da aggiungere ma diventerebbe troppo lungo.

Credo che il modo per riassumere questa esperienza e cosa è stato per me sia semplicemente dire: grazie e ci rivediamo il prossimo anno!!