L’obiettivo è quello di essere sempre più comunità.
Poi arriva anche quello di essere una comunità che si sostiene.
Parte da qui la riflessione profonda e partecipata tra i delegati diocesani del Sovvenire delle diocesi di Piemonte e Valle d’Aosta, riunitisi in un incontro promosso, martedì 16 maggio, dal delegato regionale Giorgio Carlino a Villa Lascaris di Pianezza.
Insieme a loro erano pre[1]senti anche alcuni delegati dei Beni culturali e della Caritas, tra cui il responsabile regionale Pierluigi Dovis: una trasversalità di impegno che denota la volontà, anzi la scelta, di camminare insieme.
Con una ampia e dettagliata relazione Massimo Monzio Compagnoni – responsabile nazionale di Sovvenire, promozione e sostegno economico della Cei – ha illustrato i dati piemontesi sull’8 per mille e sulle offerte liberali per il sostegno ai sacerdoti.
In Piemonte, rispetto alla media nazionale, per il sostentamento del clero si utilizzano meno soldi dell’8 per mille (la percentuale è del 63% contro il 68%), mentre è più basso il numero dei donatori per parrocchia nel capitolo del sostentamento del clero (in questo caso la media piemontese si ferma al 2,4 contro quella nazionale del 2,9).
Se nel 2022 in Italia un abitante ogni 506 ha effettuato donazioni per il clero, nella regione subalpina questo rapporto sale a uno contro 607, ma con profonde differenze tra le diocesi: con il miglior rapporto c’è Saluzzo (1 donazione ogni 207 abitanti), seguito da Pinerolo e Mondovì; fanalini di coda risultano le diocesi di Alba, Alessandria e Asti.
Le firme per l’8 per mille negli anni continuano a diminuire.
La percentuale delle firme dei piemontesi si attesta al 42%, leggermente meglio del dato nazionale che si ferma al 40,7%, ma negli ultimi anni in Piemonte la diminuzione delle firme è stata maggiore rispetto al dato italiano.
Monzio Compagnoni ha evidenziato come quasi il 50% dei praticanti non devolva l’8 per mille alla Chiesa Cattolica.
Non è per lui una questione di “fare soldi” ma di tornare ad essere una comunità che si sostiene.
Per aiutare a far crescere le firme e il sostegno alla Chiesa una strada può essere quella di avere un referente di parrocchia, un laico, che aiuti la sua comunità anche su questo fronte.
Un lavoro capillare per formare e far crescere la consapevolezza del dono.
Intenso e schietto il dibattito ha messo in luce buone pratiche già sperimentate come le difficoltà, le diverse opinioni.
Tutti si sono però ritrovati nella certezza che occorre trasparenza su come sono utilizzati i fondi dell’8 per mille.
Lo stesso vescovo delegato Cep per il Sovvenire, monsignor Luigi Testore pastore della diocesi di Acqui, ha sottolineato l’importanza di confrontarsi e di approfondire a livello locale questo servizio del Sovvenire: “È positivo – ha commentato – che siano emerse le difficoltà e i problemi, così possiamo impegnarci a trovare insieme le soluzioni. Abbiamo bisogno di approfondire e trovare il modo di costruire una comunità che ha bisogno non solo di spiritualità ma anche mezzi concreti di vita”.
Giorgio Carlino ha infine sintetizzato le tre azioni da mettere in campo da subito: corresponsabilità, condivisione e trasparenza.
Chiara Genisio (agd)
Redazione Web